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Il canadese non è solo uno dei migliori battitori del circuito, ma anche uno dei più efficaci di sempre: analizzando i dati ATP dal 1990 a oggi, Milos è il quarto miglior giocatore per efficienza al servizio e per punti vinti con la prima (81,4%)
di Gabriele Ferrara | 17 febbraio 2020
Milos Raonic è stato uno dei giocatori più forti dell’ultimo lustro. Ex n.3 del mondo, è stato ininterrottamente tra i primi dieci tra l’aprile 2014 e l’agosto 2017, negli ultimi anni gli infortuni hanno fortemente condizionato la sua carriera. L’anno scorso ha dato forfait a ben 10 tornei per problemi alla schiena, al ginocchio destro – che gli aveva già creato enormi problemi nel corso della primavera 2018 - al gluteo e all’anca.
Ciò nonostante, anche nel corso delle ultime stagioni ha dimostrato di poter competere con i migliori e di poterli battere, almeno al di fuori della terra rossa. E gli ultimi Australian Open hanno ricordato al grande pubblico perché è ancora una mina vagante del circuito.
Inoltre, solamente Karlovic e Isner hanno mantenuto una percentuale di game vinti al servizio superiore alla sua, pari al 91,1%, mentre quattro tennisti hanno avuto una media di ace a partita più alta.
Considerando solamente i dati delle ultime 52 settimane, si nota che ha qualche margine di miglioramento nella percentuale di prime in campo. In questa voce statistica, è 45° con il 61,6% (nel biennio 2016-2017 superava il 64%).
Esaminando le scelte di gioco, si nota che nel 2019 con la prima di servizio ha tenuto un rendimento sempre superiore all’81%, risultando particolarmente mortifero quando ha cercato la soluzione piatta e centrale da destra (provata nel 38,1% dei casi), considerato che ha vinto il 90,4% dei punti.
Lo slice esterno, invece, lo ha cercato nel 59,3% dei casi, vincendo l’81,9% dei “15”. La distribuzione è pressoché uguale quando batte da sinistra: qui ha vinto l’86,1% dei punti servendo esterno e l’88,8% al centro.
Quest’ultima soluzione gli ha sempre dato il punto nelle situazioni in cui ha dovuto annullare una palla break.
La resa è calata anche rispetto al passato, come dimostra il fatto che nel 2019 abbia vinto il 27% di punti sulla prima e il 45% sulla seconda, dopo che nel biennio 2016-2017 le cifre registrate erano state pari rispettivamente al 28% e al 49%.
Se non altro, nel 2019 Milos è risultato particolarmente letale con la risposta di dritto da destra, visto che sui servizi esterni ha vinto il 56,1% dei punti sulla prima e il 60% sulla seconda.
Ha però sofferto molto quando ha risposto a un primo servizio al corpo o al centro, vincendo rispettivamente il 32,3% e il 35,6% dei “15”.
Da sinistra, invece, è interessante notare come sia migliorato nella risposta di rovescio, da sempre uno dei suoi colpi peggiori.
In queste situazioni, ovvero quando generalmente si fa fronte a un kick, ha vinto il 53,9% dei punti.
Per fare un paragone, nel 2016 non vinse più del 50% degli scambi, facendo ancora peggio nel 2015 e nel 2017, quando non andò oltre rispettivamente il 30% e il 42,9%.
La rapidità delle sue gambe si nota soprattutto nella ricerca della palla per colpire di dritto dall’angolo sinistro, con cui riesce a fare malissimo a tutti i giocatori del circuito.
Il suo gioco offensivo gli può dunque consentire di nascondere i suoi punti deboli, ma per farlo ha bisogno di comandare il gioco. Ad esempio, nel match contro Tsitsipas a Melbourne ha perso solamente sette punti con la prima, prendendo spesso campo e chiudendo diversi punti a rete (29/41).
Raonic ha prevalso soprattutto negli scambi brevi tra i 3 e i 5 colpi, facendo così la differenza subito dopo i colpi di inizio gioco. In questi frangenti, ha vinto 42 punti, Tsitsipas 27. La supremazia territoriale è ben evidenziata dalle cifre riguardanti questi scambi, nei quali Raonic ha commesso solamente 4 errori forzati, mentre il greco ben 14, con il saldo vincenti che è stato 20 a 7 in favore del canadese di origini montenegrine.
Lo scenario è cambiato quando ha dovuto affrontare Djokovic nei quarti di finale. In questo caso, pur avendo tenuto testa al serbo negli scambi entro i 4 colpi (75 pari il computo finale), in quelli che si sono protratti oltre questa soglia il dominio del numero 1 del mondo è stato impressionante: 50-29 (37-20 dai 7 tiri in poi).
Milos non è riuscito a cambiare le sorti della sfida nemmeno prendendo la via della rete, dove ha vinto 19 punti su 37, di cui solamente 8 negli scambi medio-lunghi. Ancora, come anticipato, uno dei suoi grossi problemi è l’incapacità di crearsi occasioni in risposta, specialmente quando affronta i grandi giocatori.
Ebbene, contro Djokovic in ribattuta ha vinto solamente un punto su quattro, non rispondendo nel 42,8% dei casi e procurandosi due chance di break senza convertirle.
In generale, la pressione che Raonic deve sopportare quando gioca contro diversi avversari è elevatissima. Se da un lato dispone di uno dei servizi più devastanti del circuito ed è il migliore al mondo per palle break salvate (74,4%), è consapevole che ogni turno di servizio ceduto può equivalere alla sconfitta in un parziale.
Non solo, Milos sa anche che da fondocampo, specialmente se il punto è delicato, può ottenere poco dal suo rovescio e che ha bisogno di rischiare molto con il dritto, con il quale a volte rischia di esagerare, forse anche per questa ragione.
La freddezza con cui affrontava i punti importanti era diventata impressionante, come emerso perfettamente nella storica semifinale di Wimbledon 2016 contro Federer, specialmente nella seconda parte del quarto set. Ancora, si pensi a come ha saputo dare battaglia a Murray nella semifinale delle ATP Finals 2016, durata oltre tre ore e mezza.
Per tornare a vincere tornei ed essere competitivo in maniera continuativa, non avrà dunque bisogno solamente di essere integro fisicamente, ma anche di riacquisire la fiducia e la serenità fondamentali per fare la differenza nei momenti difficili delle partite.