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Campioni internazionali

Bryant: Kyrgios n.8, Djokovic piange l'amico - Gallery e video

Nick Kyrgios ha effettuato il riscaldamento con la canotta numero 8 dei Los Angeles Lakers, uno dei due numeri utilizzati dal "Black Mamba" e poi ritirati dalla franchigia. "RIp Amico mio" scrive Djokovic su Twitter. Il cordoglio del tennis per una leggenda dello sport

di | 27 gennaio 2020

Nick Kyrgios, grande appassionato di NBA, piange la scomparsa di Kobe Bryant

Nick Kyrgios, grande appassionato di NBA, piange la scomparsa di Kobe Bryant

"Sono in shock". Uno dei primi a commentare l’orribile notizia con la quale stamattina anche il mondo del tennis si è svegliato in Australia è stato il numero uno, Rafa Nadal. La morte di Kobe Bryant nella tragedia aerea in California ha gettato un velo di mestizia sul lunedì degli Australian Open, una giornata nella quale praticamente tutti hanno voluto manifestare il loro legame e il loro affetto verso l’ex stella dell’NBA, tributando un omaggio all’icona e un saluto all’uomo. Con i social media a consegnare i messaggi alla memoria del black mamba

 

Dagli statunitensi, ovviamente, i pensieri più spassionati. Con Frances Tiafoe che ha preso a male il destino, e Coco Gauff – impegnata nel torneo di doppio – che ha indossato scarpe rosa con su scritto a mano mamba mentality, uno degli hashtag più trendy sul web, e i numeri che hanno segnato la carriera di Bryant, l’8 e il 24. La 15enne di Delray Beach ha anche salutato Gianna, la figlia tredicenne di Kobe deceduta nello schianto dell’elicottero a Calabasas, e ha modificato la foto del suo profilo inserendo quella del quarto marcatore più prolifico nella storia dell’NBA.

 


LA MAGLIA DI NICK, LE SCARPE DI COCO: GLI OMAGGI DEL TENNIS A KOBE BRYANT: GUARDA LA GALLERY
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Il tema, in una giornata poco adrenalinica, è stato proposto dai media americani in maniera compulsiva in ogni conferenza stampa. Quasi come un compito da svolgere per tutti i tennisti. Ma è stato di Andy Murray l’epitaffio più laconico (“Un colpo durissimo”), dopodiché l’argomento ha monopolizzato il faccia a faccia tra i media francesi e Gael Monfils. “Stamane ho ricevuto 50 messaggi e con Elina (Svitolina ndr) siamo stati un’ora a cercare di capire se fosse tutto vero. L’ho sempre ammirato, sono sempre stato più un fan di  Kobe che da Jordan, perciò sicuramente questa triste vicenda mi aiuta a relativizzare la sconfitta – ha raccontato il numero 10 ATP dopo il k.o. contro Thiem -. A 13 anni vinsi un torneo giovanile e alla premiazione indossai la sua maglietta. La prima volta lo vidi ai Giochi di Pechino e gli dissi che giocavo a tennis, perché dubito che lo sapesse. In tempi recenti ci siamo incontrati a Parigi e finalmente l’ho conosciuto per bene. Era dotato di una grande umanità”. 


Comprensibilmente e un po’ scontatamente è stato di Kyrgios il ricordo più teatrale. Cestista mancato, grande appassionato di basket USA e tifosissimo dei Boston Celtics, l’australiano ha varcato per la prima volta quest’anno la soglia della Rod Laver Arena indossando la canotta numero 8 gialloviola. Nick l’ha tenuta anche durante il riscaldamento, e non prima di essere scoppiato in un pianto breve e per niente trattenuto. Obbligato dal regolamento a togliere la canotta per l’incontro con Nadal, Kyrgios ha delegato al fratello Chrostos il compito di indossare una t-shirt dei Lakers per tutto il match serale. Ma da Khachanov a Shapovalov, da Wawrinka a Pouille, praticamente su ogni profilo social sono spuntate immagini, ricordi e dediche a Kobe.


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Ma è stato di Djokovic il messaggio più intimo e forse più autenticamente addolorato. “Il mio cuore è in lutto” ha scritto Nole in inglese, pubblicando su Instagram una foto a compendio della quale ha descritto Kobe come un grande amico e un mentore, aggiungendo che Bryant e la figlia Gianna resteranno per sempre nel suo cuore. Infine, al di là dell’emoticon con un cuore, il 16 volte campione Slam ha concluso il pensiero dedicato al fenomeno della pallacanestro con una frase in italiano, lingua nella cui condivisione si celava forse anche il percorso parallelo dei due campionissimi, accomunati da una storia di emigrazione e di successo. E alla loro lingua segreta, a quel codice personale che li univa al di là della stima reciproca, Nole ha affidato l’ultima riga .  RIP amico mio – ha concluso in italiano - Ti voglio bene”.


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