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Il Sudamerica rialza la testa, Fillol: "I risultati dell'Italia vengono da lontano, i nostri no"

Intervista al cileno, soddisfatto del nipote Jarry ancora in corsa agli Internazionali BNL d'Italia. Fillol dice la sua anche sul sistema tennistico sudamericano

di | 13 maggio 2024

Il tennis sudamericano rialza la testa agli Internazionali BNL d'Italia. A Roma  sono arrivati al terzo turno i cileni Jarry e Tabilo (che è negli ottavi dopo la vittoria su Novak Djokovic), gli argentini Etcheverry, Baez e Cerundolo, e il brasiliano Monteiro (anche lui agli ottavi, con Seyboth Wild e Fonseca che incalzano).

Merito anche del Circuito Legión Sudamericana, sponsorizzato da una multinazionale di prodotti per l'igiene personale. Cioé 37 Challenger più una Master, organizzati dal 2021 come tornei-palestra/finanziamento dei giocatori locali, sulla falsariga dell’esempio italiano. Che tanto ha aiutato giovani e meni giovani a migliorare e sostenersi in prospettiva ATP Tour, senza distaccarsi troppo da casa e quindi riducendo drasticamente le spese di viaggio e alloggio continuando però a svolgere al meglio l’attività. Cui si collegano anche, a livello più basso i torneo Futures ITF, maschili e femminili. 

A Roma ha raggiunto gli ottavi Alejandro Tabilo, che ha battuto il numero 1 del mondo Novak Djokovic. Tra i protagonisti c'è anche il connazionale Nicolas Jarry. Ne abbiamo parlato con Jaime Fillol. 

Da ex star del paese, oggi ambasciatore del tennis di Santiago che sensazioni prova? 
“Molta allegria perché per un paese così piccolo e con poche precedenti avere due cileni ancora in gara a Roma dà molta soddisfazione. E’ casuale senza avere un programma di crescita, che non abbiamo mai avuto, ma evidentemente non c’è bisogno averlo… Scherzo, quello che vedo in Italia come risultati, come passione, come cultura non solo tennistica ma sportiva in generale mi dice che poi tutto si spiega, quindi che i vostri risultati di vertice vengono da lontano. Noi non l’abbiamo, vengono fuori tennisti bravo per pura casualità”.

Che ruolo ha  nel tennis cileno?
“Sono solo un vecchio e appassionato amico, lavoro per una università per quanto riguarda lo sport, siamo a disposizione di  alcune federazioni sportive. A quella  di tennis siamo più vicini, anche perché Fernando Gonzalez lavora con me speriamo di svilupparci sempre più insieme alla federazione per il bene del nostro tennis. Che ha ancora numeri troppo piccoli”.

Jaime Fillol (Getty Images/FITP)

Che sorpresa, Aljandro Tabilo che elimina Djokovic!
“Sua madre lavora con la nostra organizzazione, Alejandro è cresciuto a Toronto, anche come tennis, ha dimostrato soprattutto di aver tanta passione, voglia, talento, sensibilità, aggressività. Ha il temperamento giusto per la partita. S’è visto chiaramente contro Djokovic: in uno  stadio pieno, ha giocato con molto segue freddo, non ha fatto praticamente errori, e ha avuto la fortuna che Novak era insicuro, incerto, con difficoltà di concentrazione e gli ha facilitato la cosa”.

E suo nipote, Jarry?
“Logicamente mi piace molto, soprattutto per il suo spirito: si vede che gli piace molto il tennis, ha mantenuto una tradizione di matrimonio e di vita al di là del tennis, valori importanti, ha dimostrato che si può essere un buon tennis e vivere una vita relativamente normale”.

Che ne pensa del circuito Challenger sudamericano? 
“Questo circuito è importante e utilissimo, ma il Sud America è molto grande, i cileni sono pochi e quelli che possono avere la classifica e diventare professionisti sono pochissimi. Abbiamo bisogno di un calendario più ampio soprattutto a livello più basso, nei tornei Futures. Il Brasile era molto più forte, anche l’Argentina aveva punte più alte, anche se mantiene un buon livello di quantità, ma gli altri paesi? Credo che la Confederazione sudamericana di tennis deve creare più realtà regionali e coordinarsi con la Federtennis mondiale perché il nostro tennis è troppo lontano da quello europeo. Abbiamo solo 4 tornei ATP,  un mese appena di gioco, dobbiamo aumentare questa quota, anche se il mondo professionistico chiede mercati più grandi del nostri e con meno incertezze finanziarie”.

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