Jannik Sinner conquista il decimo titolo ATP in carriera, il quarto in stagione. Sconfitto Daniil Medvedev in una finale durata oltre tre ore a Vienna
di Alessandro Mastroluca | 29 ottobre 2023
Ha chiuso con una prima vincente. Ha chiuso dopo tre ore e quattro minuti di partita. Jannik Sinner ha battuto Daniil Medvedev per la seconda volta di fila. L'altoatesino festeggia il decimo titolo in carriera alla tredicesima finale. Al termine di un duello che ha spinto entrambi al limite, concluso 76(7) 46 63, a Vienna si è preso una patente di campione. Sinner non è solo numero 4 del mondo o l'italiano con più partite vinte in una sola stagione. E' un giocatore consapevole di quel che vale, e fa tutta la differenza del mondo.
Bello l'abbraccio finale con Darren Cahill, con il preparatore Giacomo Naldi, entrato a febbraio nel team, e con suo padre. Tre elementi che raccontano la sua nuova normalità. I tre raffigurano i progressi tecnici raggiunti nel lavoro quotidiano con l'australiano e il coach che guida il progetto di squadra, Simone Vagnozzi; i miglioramenti fisici, atletici, che fanno da base alla maggiore completezza tecnica e all'accresciuta sicurezza con cui Jannik ricorre a colpi prima per lui innaturali; e a un diverso modo di vivere i viaggi nei tornei, con la famiglia maggiormente integrata nella squadra, che offre ancora più serenità a lunghe giornate spesso solitarie come per tutti i tennisti di vertice. E' anche grazie a loro se Jannik per la prima volta ha vinto 40 partite sul duro in una sola stagione.
TITOLI ATP - SINNER FIRMA L'85° NELL'ERA OPEN

Sinner trattiene il meglio delle certezze maturate dopo la prima vittoria contro Medvedev a Pechino. Su tutte l'importanza dell'aggressività in risposta. Come a Pechino, verticalizza verso rete con frequenza e scioltezza, ma la familiarità poi sotto rete non è sempre pari a quella mostrata in altre zone del campo. Uno smash sbagliato e uno "lisciato" gli costano il primo break, ma Sinner ha il merito di non variare il piano di gioco.
Non altera quello in cui crede, se crede che funzioni. Effettivamente funziona. Recupera immediatamente il contro-break e dimostra che nello scambio di ritmo da dietro ora soffre meno il confronto con l'ex numero 1 del mondo. E' evidente quanto la rinnovata consapevolezza, che gli deriva dai risultati, dalla classifica, dalla continuità di prestazioni e rendimento, gli diano una marcia in più nel modo di stare in campo.
Sinner regge lo scambio, anzi è più spesso il primo a cambiare direzione, prendere l'iniziativa, a dare uno scarto rispetto agli schemi più conservativi. Continua ad aggredire e avanzare, a costo di sbagliare. Gioca una finale con le spalle larghe di chi sa di non essere numero 4 del mondo per caso. La interpreta da numero 4 del mondo, convinto del suo tennis e disposto a rischiare di perdere con le sue idee. La sicurezza la vedi nei dettagli, come la palla corta sul 3-4 nel tie-break del primo set, iniziato sotto 1-4. In un altro periodo, non avrebbe avuto la sicurezza, che non è sfrontatezza né spavalderia ma certezza di poterlo e saperlo fare, non l'avrebbe eseguita in un momento così.
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Con un po' di quella che più a sud delle sue montagne chiamerebbero "cazzimma", Sinner ribalta il primo set contro un Medvedev che gioca un ottimo tennis. La qualità degli scambi rimane altissima anche per merito suo, perché per certe cose, come per creare una bel match a tennis, uno solo non basta: bisogna essere in due.
Medvedev ci mette del suo, tenendolo sulla corda, allungando gli scambi (un fattore che si rivelò decisivo per sfiancare Jannik alla distanza a Rotterdam). Sinner però ha qualche arma in più di allora. Il servizio su tutti: salva due set point, uno sul 5-6 e un secondo nel tie-break (6-7) con un'ottima prima e un ace.
Ne mette a segno tre nel tie-break, che chiude, al secondo set point. E' ancora lui il primo ad attaccare, ancora Medvedev il primo a sbagliare. Il set si chiude con 13 punti diretti al servizio a testa, e con un Sinner che ha fatto più gioco, come dimostrano i 3 vincenti in più e 4 gratuiti in più, e soprattutto i 18 punti su 23 discese a rete. Sinner ha anche servito meglio. Ha messo in campo l'81% di prime, ha vinto nettamente più punti in percentuale al servizio con la seconda.
Alto livello di #tennis in campo a Vienna ??
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