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Safiullin, tutto sull'anti-personaggio che ha sorpreso Alcaraz

La storia e le curiosità su Roman Safiullin che ha sorpreso Alcaraz ed è virtualmente Top 40

31 ottobre 2023

I primi segnali si erano visti a Wimbledon, con la sorprendente cavalcata fino ai quarti di finale, fermata solo da Jannik Sinner. A Parigi-Bercy la vittoria su Carlos Alcaraz è una fulgida conferma. Qualcosa, o per meglio dire tutto, è cambiato nel tennis di Roman Safiullin. Finalista il mese scorso a Chengdu, è virtualmente numero 39 del mondo. Finora non è mai entrato in Top 40.

"Ha tanto talento, era solo questione di tempo, sapevamo tutti che sarebbe arrivato - diceva di lui Daniil Medvedev -. Da junior, pensavo che fosse super difficile da battere, quando vedevo il suo nome dalla mia parte del tabellone tremavo. Abbiamo giocato molte finali e semifinali, molte partite, alcune di tre ore e tre set". 

In effetti da junior Safiullin era considerato il migliore del gruppo di giovani russi che comprendeva anche Medvedev e Andrey Rublev. Numero 2 del mondo junior a 16 anni, capace di vincere 42 match su 46 nel 2014, campione all'Australian Open under 18 e al Bonfiglio. Indizi di una grandezza promessa e non mantenuta. "Per me è stato lo scalino più difficile da salire nel passaggio dal mondo juniores a quello pro. Quando perdo la concentrazione, infatti, si nota subito, in partita" ha ammesso.

Entrato in Top 100 solo nel 2022, l'anno delle sue prime semifinali ATP a Marsiglia e Tel Aviv, mai oltre il secondo turno negli Slam prima di Wimbledon quest'anno, Safiullin mostrava un tennis assimilabile a un puzzle disordinato. 

Un insieme di tessere che nessuno era riuscito a combinare per scoprire quale disegno nascondessero. Sicuramente importante è stato l’incrocio con l'ex Top 40 Andrey Kuznetsov, già campione a Wimbledon junior. Come Safiullin, è stato una grande promessa da junior, ma non è riuscito a esplodere. Conosce bene cosa si prova, sa cosa significa credere di avere il tennis, sapere di valere, ma non esprimere poi quelle qualità quando conta di più. Diventato allenatore dopo otto anni di attività nel circuito, è il primo che ha visto il disegno in quel mix di tessere. E ha cambiato la storia.

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