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Medvedev: "Per battere Alcaraz servirà più del 100%"

Vincitore della semifinale contro l'americano Tommy Paul, il russo per il secondo anno consecutivo giocherà la finale a Indian Wells: "Felice di averla centrata". Sul rivale che lo attende: "Il suo gioco si adatta benissimo a questi campi, dovrò inventarmi qualcosa tatticamente"

17 marzo 2024

Saluto a rete tra Medvedev e Tommy Paul (Getty Images)

Saluto a rete tra Medvedev e Tommy Paul (Getty Images)

Tornato in finale per il secondo anno consecutivo a Indian Wells, Daniil Medvedev sa che anche in caso di successo contro Carlos Alcaraz non riconquisterà la terza posizione del ranking. In compenso, il russo ha di che rallegrarsi pensando a come sia riuscito a vincere la semifinale contro Tommy Paul. Un match iniziato in ritardo per della pioggia che ha rallentato le operazioni a Tennis Paradise e che lo ha visto perdere nettamente il primo set: "Tommy ha fatto vedere a tutti come si fa a battermi, giocando a tutto braccio colpendo le righe. Stava giocando in modo incredibile e non sapevo cosa fare se non continuare a cercare di trovare soluzioni diverse - ha esordito Medvedev in conferenza stampa a fine match - Anche io stavo giocando bene e poi lui in avvio di secondo set ha avuto un calo e questo mi ha dato un po' di tempo e di fiducia in più per capire cosa fare. Faceva molto freddo ed era difficile tenere il servizio, ma alla fine sono soddisfatto di essere riuscito a trovare le soluzioni giuste ed aver vinto un match bellissimo come quello di stasera". 

Difficile stabilire se il ritardo con cui il match ha preso il via abbia o meno influito sul rendimento iniziale dei due contendenti. Non è comunque stata la prima volta in cui Medvedev ha dovuto fare i conti con le bizze del meteo: "Non se ne ha mai la certezza perché l'anno scorso a Roma contro Tsitsipas giocammo per dieci minuti e poi rientrammo negli spogliatoi per un'ora e dieci ed ebbi la sensazione di essere più pronto di lui nel reagire a quelle circostanze. Oggi credo che il ritardo non abbia influito sul mio primo set. Ma non si sa mai. Di sicuro ha fatto un buon effetto su di lui". 

La finale sarà una riedizione di quella giocata e persa l'anno scorso contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. In vantaggio 3-2 negli scontri diretti, il murciano si è imposto nell'ultimo match giocato a novembre nella fase a gironi delle Atp Finals uscendo però sconfitto dalla semifinale degli Us Open, vinta nettamente da Medvedev in quattro set: "Agli Us Open entrai in campo contro Carlos sapendo di dover dare il 110% e la penso ancora così - ha ancora riflettuto il n.4 del mondo davanti ai microfoni - Specialmente su questo campo: oggi lui ha dimostrato perfettamente il perché si adatti alla perfezione al suo gioco. I rimbalzi sono lenti ma i suoi colpi non risentono del vento. Qui la palla non viaggia molto in aria, anzi. E' difficile creare dei passanti, e la stessa cosa è accaduta col servizio oggi. Tommy serviva molto forte ma io riuscivo a rispondere perché in aria la palla perdeva la sua inerzia, mentre quella di Carlos continua a viaggiare e questo è un grande vantaggio. Se vorrò vincere dovrò pensare a qualcosa dal punto di vista tattico e provare a fare un po' come ha fatto Tommy oggi: mirare le righe, inventarmi qualche grande colpo, provare a entrare nella sua testa". 

Attento nella lettura del gioco altrui, e vincitore di venti titoli in venti tornei diversi, Medvedev è riuscito recentemente a trovare il giusto equilibrio anche negli eventi estranei agli swing che portano ai Grand Slam. Più che una decisione, un atteggiamento dettagli dall'esperienza e dalla maturità: "Fino alla vigilia di Wimbledon nel 2023 non badavo molto ai Grand Slam, ai Masters o agli Atp500: cercavo solo di giocare al meglio in ogni torneo per provare a vincerli - ha raccontato Medvedev chiudendo la sua conferenza stampa - Poi al Roland Garros persi al primo turno e così concentrai le mie attenzioni sullo swing sull'erba per provare a fare bene a Wimbledon. In quei tornei preparai una tattica diversa, colpi diversi, cercando di fare le cose in maniera migliore in vista di Wimbledon. Lo stesso è accaduto poi con gli Us Open: ci tenevo a far bene lì, e a Montreal, Toronto e Cincinnati persi contro ottimi avversari che giocarono tutti grandi partite. La mia testa però era tutta proiettata verso gli Us Open. Adesso sto trovando il giusto equilibrio per non pensare solo ai Grand Slam: sono quattro tornei in un anno e io voglio vincere altro oltre ai Grand Slam. Sono felice di esserci riuscito qui, di aver mantenuto alta la concentrazione e di aver lottato fino alla fine anche se non è un Grand Slam". 

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