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Prizmic inizia a Pau con ambizioni da grande

Il croato che questa estate compirà diciannove anni, dopo l'exploit degli scorsi Australian Open cerca risultati e continuità nel Challenger francese

19 febbraio 2024

Darius Prizmic (Getty Images)

Darius Prizmic (Getty Images)

Diciott'anni sono pochi per promettersi il futuro. Figuriamoci sole undici partite sul circuito Atp. Il talento però va di fretta, brucia le tappe e non si cura dei numeri. Si pensi a Dino Prizmic. Nato a Spalato, il croato che questa estate compirà diciannove anni aveva lasciato tracce di sé sui circuiti minori - Futures e Challenger - simili a quelle di tanti suoi illustri predecessori di lì transitati. Il battesimo al cospetto dei grandi, come spesso accade in questi casi, si celebrò secondo un rituale prestabilito: torneo casalingo, Umag in questo caso, e wild card ad hoc. Ciò che deragliò fu l'esito, un ritiro nel secondo set contro lo spagnolo Zapata Miralles con lo spagnolo già avanti di un set. Evidentemente delusi, l'anno successivo a Umag decisero di riprovarci concedendo al giovane Dino un'altra wild card. Il quarto di finale perso contro Popyrin confermò agli organizzatori del torneo la bontà della loro scelta e la lungimiranza delle loro intuizioni.

Più importanti però furono le conferme con cui Prizmic salutò il torneo, giocato a poche settimane dal compimento dei suoi diciotto anni eppure già decisivo nel farne comprendere il notevole potenziale. Agli annali, oltre alle buone impressioni da lui destate in quell'estate, finirono i nomi di Ajdukovic e Piros, primi avversari da lui sconfitti in carriera, allora numeri 299 e 124 del mondo. Risultato notevole, certo, ma non sufficiente per potersi attestare come epifania di un talento dal certo futuro. In autunno a Stoccolma arrivò per lui al primo turno contro Jiri Lehecka, n.30 del ranking e rivale dalla classifica più alta da lui mai battuto sin qui. Occorreva altro però per attirare definitivamente le luci su di sé: un rivale dal ranking più alto, una cornice degna dell'occasione, molti testimoni ad assistere all'evento.

Il saluto a rete tra Djokovic e Prizmic agli Australian Open (Getty Images)

La congiuntura si verificò di lì a pochi mesi. Melbourne, Rod Laver Arena, primo turno degli Australian Open. Dall'altra parte della rete: Novak Djokovic, numero uno del mondo e dieci volte vincitore in Australia. Coordinate simili possono innescare due tipi di reazioni. La prima: finire col perdercisi, capire che non è il caso, cambiare mestiere. La seconda: provare ad abitarle sgomitando per conquistarsi il proprio spazio. Prizmic scelse la seconda strada, tracciata con un secondo set strappato a Nole al tiebreak, per lo stupore degli spettatori e dello stesso serbo che chiuse poi il match aggiudicandosi i successivi due set.

A restare impressi negli almanacchi però, più della ventinovesima vittoria consecutiva ottenuta dal serbo nel torneo, furono le parole con cui Djokovic elogiò la prestazione del suo giovane rivale: "Stasera ho avuto un avversario incredibile: per avere solo 18 anni ha giocato con grandissima maturità. Non ha mai mollato e mi ha impressionato: per approccio, mentalità e gioco. Se riuscirà a continuare di questo passo, davanti a sé ha un futuro radioso, dichiarò a caldo Nole. Sembrarono le classiche parole di circostanza e augurali nei confronti di un giovane in ascesa. Ma fu ancora Djokovic pochi istanti dopo a togliere qualsiasi residuo di formalità ai suoi complimenti: "A un certo punto ho avuto la sensazione di giocare contro la mia persona riflessa in uno specchio. Non è sceso in campo per fare bella figura, ma per vincere”.

E' quello che Prizmic proverà a fare a Pau, nel corso del Terega Open Pau Pyrenees, Challenger 125 sul duro (Greenset, montepremi €148.625)  trasmesso da lunedì in diretta su SuperTennis e SuperTenniX. L'inizio è più che incoraggiante. All'esordio, infatti, ha sconfitto 64 46 64 il sudafricano Lloyd Harris (n.182) da lui mai affrontato in carriera. 

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