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Berrettini sfida Rune: "Che bello vedere l'Italia fermarsi per il tennis"

Matteo Berrettini debutta a Cincinnati contro Holger Rune. Alla vigilia del match è stato intervistato da Andy Roddick per il suo podcast. Ecco alcune delle sue dichiarazioni

di | 14 agosto 2024

Matteo Berrettini esulta (foto Twitter)

Matteo Berrettini esulta (foto Twitter)

"L'Italia è un Paese di tifosi di calcio ma adesso quando c'è un grande match di tennis la nazione si ferma un po' e questo mi fa sentire enormemente fiero. Penso che abbiamo fatto una strada enorme, e il meglio deve ancora venire". Parola di Matteo Berrettini, intervistato da Andy Roddick, ultimo statunitense numero 1 del mondo, che l'ha incontrato a Cincinnati e ha inserito la loro chiacchierata, leggera ma tutt'altro che banale, nell'ultima puntata del suo podcast. 

 

Berrettini (n.41 ATP) è in tabellone al "Cincinnati Open", il Masters 1000 che va in scena fino al 19 agosto sui campi in cemento del Lindner Family Tennis Center (montepremi 6.795.555 dollari) grazie a una wild card. Ci arriva in serie posutiva avendo conquistato i titoli back-to-back di Gstaad e Kitzbuhel, sempre sulla terra rossa.

 

Mai oltre gli ottavi in sei partecipazioni a Cincinnati, Berrettini inizierà il suo cammino contro Holger Rune (n.17) nel primo turno più atteso di questa edizione: in parità (1-1) il bilancio dei precedenti. 

 

Le finali di Matteo Berrettini

Nell'intervista con Roddick, Berrettini ha raccontato i suoi due anni difficili, segnati da infortuni e momenti complicati. "Mi sono fatto male tante volte anche da piccolo - ha detto - ma mi sono sempre considerato uno bravo a rientrare. Lo consideravo un po' il mio superpotere. Spesso mi sono infortunato nei momenti in cui ero al top. Mi sono operato alla mano nel 2022 quando ero al best ranking. Sono tornato, ho vinto per la seconda volta il Queen's e sono andato a Wimbledon. Mi sono allenato con Rafa Nadal sul Centrale e ho detto al mio allenatore: 'Devo solo esserci fisicamente'. Il giorno dopo avevo il Covid. L'anno prima mi ero qualificato a Torino e mi sono infortunato agli addominali. Nel tennis è importante esserci e giocare con continuità".

Una continuità che Matteo non ha certo potuto avere negli ultimi due anni, con conseguenze negative non solo dal punto di vista fisico. "Mi mettevo addosso molta pressione perché non volevo perdere posizioni in classifica. Ma le cose non andavano bene e a un certo punto ho sentito il bisogno di staccare, di alleggerirmi, ritrovare la gioia per il tennis. E ora sono tornato".

L'esperienza gli ha insegnato anche a mantenere un diverso punto di equilibrio tra il desiderio di giocare, soprattutto in un periodo come quello che sta vivendo in cui ha vinto il nono e decimo titolo in carriera, e l'esigenza di prendersi comunque delle pause. "Quando ti senti bene vorresti giocare sempre, perché quello che ti dà una partita è unico. ma è allo stesso tempo importante allenarsi, è importante non giocare una settimana anche per far riposare la mente. Devi essere intelligente, imparare dal tuo passato e dagli errori. Io capisco che, ad esempio, quando non riesco a dormire perché sono nervoso, vuol dire che anche il mio corpo ha bisogno di riposo".

Berrettini è tornato anche sul secondo turno a Wimbledon contro Jannik Sinner, un match che Roddick ha raccontato di aver visto in Italia dove era in vacanza con la famiglia. "Era un secondo turno, e il livello era davvero altissimo. mi auguro che non succeda di nuovo allo US Open, per nessuno di noi due" ha concluso Berrettini, che oggi non sarebbe testa di serie da New York e di sicuro è il rivale che tutti i top player vorrebbero evitare di incrociare nella prima settimana a Flushing Meadows.


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