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Verso Torino: 1999, Agassi vince a Parigi e completa la Slam in carriera

A sorpresa Andre Agassi conquista il Roland Garros completando la collezione Slam. E a settembre firma anche anche l'Open degli Stati Uniti. Il Kid di Las Vegas è l'ultimo numero 1 del millennio e il primo del 2000.

di | 31 ottobre 2023

A salutare il secolo e il millennio ci pensano in grande spolvero i due campioni più osannati e celebrati del decennio. Andre Agassi e Pete Sampras traghettano il grande tennis verso il duemila mettendo a segno due imprese sfuggite ai loro idoli d'infanzia: da Connors a Borg, da McEnroe a Lendl. La laurea al Roland Garros permette ad Agassi di completare la collezione Slam e di unirsi a quattro miti del passato: Fred Perry, Don Budge, Rod Laver e Roy Emerson. Ma non è tutto, il Kid di Las Vegas legittima il definitivo sorpasso a Sampras conquistando anche l'Open degli Stati Uniti e la prima posizione nel ranking di fine anno. Sampras invece coglie la sesta corona a Wimbledon che gli vale l'aggancio ai 12 Slam record di Roy Emerson, primato che l'australiano detiene dagli anni 60.
L'anno però inizia in tutt'altro modo. Le energie fisiche e mentali spese da Sampras nel tour de force di fine 1998, decisivo a difendere la prima posizione dall'attacco di Rios, gli suggeriscono di rifiatare e di rinunciare alla lunga trasferta australiana. Agassi invece ci va, ma è poco esplosivo e agli ottavi si fa sbattere fuori da Vincent Spadea.
A Melbourne non c'è neppure Rios che si ritira a tabellone compilato, così il giocatore con la più alta classifica in gara è Alex Corretja, testa di serie numero 2. Ma lo spagnolo va fuori al secondo turno contro Christian Ruud, e l'attesissimo Rafter, numero 3, esce subito dopo contro Thomas Enqvist. Lo svedese non è pago del successo su Rafter e due giorni dopo fa piangere nuovamente tutta l'Australia eliminando agli ottavi Mark Philippoussis in cinque set. Enqvist è in fiducia, batte anche Rosset e poi Lapentti guadagnandosi una meritata prima finale Slam.
Nella sguarnita parte alta del tabellone si mette in evidenza Yevgeny Kafelnikov che arriva diritto alla finale affrontando una sola testa di serie, la numero 15 di Todd Martin che batte nei quarti in tre set. Per il resto vittoria al terzo turno per ritiro di Courier, cinque set per domare Pavel e semifinale "easy" vinta in tre set su Tommy Haas. La finale, da torneo minore, non è entusiasmante: Kafelnikov non ama giocare da favorito, perde il primo set contro il pimpante Enqvist, ma poi reagisce con un bel 6-0 e chiude al quarto set dominando il tie-break per 7-1.
Kafelnikov legittima il grande momento vincendo Rotterdam su Henman, Sampras si fa rivedere a San Josè, ma la caviglia non è ancora completamente guarita e così abbandona prima di scendere in campo per la semifinale contro Philippoussis. Anche Agassi non è in perfette condizioni: soffre per una tendinite al ginocchio e a Scottsdale si ritira in semifinale contro Gambill.
Il tennista del momento è Mark Philippoussis che vince Indian Wells su Carlos Moya, ma lo spagnolo festeggia lo stesso per la prima posizione mondiale. Il maiorchino ha classe da vendere, un tennis limpido e un dritto in topspin da favola, ma al comando del ranking regge solo per due settimane per colpa di una concorrenza agguerritissima.

Con i quarti di Miami Sampras si riprende la corona, ma non va più in là, battuto dalla sua bestia nera Richard Krajicek che vince il torneo su Grosjean. Agassi, nonostante la vittoria a Hong Kong su Becker, esce dai top 10 e alla vigilia di Parigi è numero 14 del mondo in un ranking che il 3 maggio incorona Kafelnikov.
A Parigi il gossip è tutto per Agassi ritornato nuovamente single dopo la fine del matrimonio con Brooke Shields. Il verdetto del campo è impietoso e il Kid pare non essere attrezzato per fare molta strada. Al secondo turno arriva a due punti dalla sconfitta contro Arnaud Clement che riacciuffa col 7-5 al quarto e giustizia col 6-0 al quinto; agli ottavi affronta il campione uscente Moya che gli scappa via un set (6-4) e due break (4-1 al secondo) prima di dissolversi. Andre, nuova versione, stempiato e con la barba lunga, chiude 6-1 al quarto e prosegue diritto per la sua strada, battendo Filippini nei quarti e Hrbaty in semifinale.
Domenica 6 giugno Andre Agassi è per la terza volta a un passo dal successo dopo le finali perse del 1990 contro Gomez e del 1991 contro Courier. Il suo avversario si chiama Andrei Medvedev, un ucraino numero 100 del mondo che batte Sampras al secondo turno, ma soprattutto Kuerten nei quarti prima di un altro basiliano, il modesto Meligeni in semifinale. Il cielo è coperto, tira vento, piove e Agassi è in balia dell'ucraino - più giovane di quattro anni e più alto di tredici centimetri - che vince, in maniera sconvolgente e inaspettata, i primi due set. Neanche la sospensione per pioggia sembra aiutare l'americano che sul 4 pari del terzo set commette un doppio fallo concedendo la palla break a Medvedev. Se l'ucraino sfrutta l'occasione, addio finale. Ma Agassi ha una reazione d'orgoglio, scende a rete per annullare la chance, trascina il rivale di forza al quinto set, fa il break, sale 5-4, 40-15, mette dentro una prima a uscire che Medvedev non controlla. In quel preciso istante le lacrime di gioia bagnano il volto di Agassi che firma la più grande impresa della carriera.
Tutta la fiducia che sembrava persa, ora anima Agassi, lanciato alla conquista di Wimbledon. Il Kid vince sei partite giocando da favola, compresa una scintillante semifinale dominando in tre set Patrick Rafter. In finale lo attende Pete Sampras reduce dalla vittoria al Queen's. A Church Road Pistol Pete si avvicina a grandi falcate al record di Emerson, ma ai quarti chissà come andrebbe a finire se il ginocchio di Philippoussis non tradisse l'australiano avanti un set. Sampras sembra impotente, ma alla fine del terzo game del secondo set Scud si ritira. In semifinale il cinque volte re di Wimbledon non si fa intimorire da Henman e poi in finale annienta in tre set anche Agassi. Il momento chiave del match è il settimo game del primo set quando sul 3 pari Agassi piazza tre risposte vincenti per lo 0-40. Sampras però tira fuori il servizio e vola indisturbato verso il suo sesto Wimbledon lasciando ad Agassi la vetta mondiale, ritrovata passando in 17 mesi dal numero 141 al numero 1.

Il 26 luglio, dopo Sampras, Moya, Kafelnikov e Agassi, il computer sforna il quinto re dell'anno: è Patrick Rafter che però non è scintillante come l'estate precedente. Sampras vince a Los Angeles su Agassi, ritorna numero 1 e sullo slancio fa suo anche Cincinnati battendo in successione Krajicek, Agassi e Rafter. Sampras accusa forti dolori alla schiena, si ritira nei quarti a Indianapolis quando è un set pari con Spadea. Alla vigilia dell'Open degli Stati Uniti gli arriva il responso: ernia al disco.
Senza Sampras, Agassi diventa l'uomo da battere: non conosce ostacolo e in semifinale annienta in quattro set un buon Kafelnikov che nei quarti esce vivo al tie-break del quinto contro Krajicek autore di 49 ace. Un altro miracolato è Todd Martin, anche lui salvato al tie-break del quinto contro Stephane Huet al primo turno. Ma la rimonta che Martin mette a segno agli ottavi è da guinness dei primati: Rusedski è avanti due set e sul 5-4 del terzo serve per chiudere il match. Martin rientra in partita, ma al quinto è sotto 4-1 quando l'orologio segna la mezzanotte. Ci pensa Martin a ravvivare l'Arthur Ashe e a farlo letteralmente impazzire nell'ennesima indimenticabile "night session" di New York mettendo a segno 20 degli ultimi 21 punti e ultimando l'impresa per 6-4. Il giorno dopo nei quarti strapazza Slava Dosedel e in semifinale lascia solo sette game a Cedric Pioline.
Poi si presenta in finale e gioca punto a punto con Agassi. Martin è incontenibile, sale avanti 2 set e 1, ma sul 3-4 del quarto set sciupa due palle del contro break. In quell'istante la partita gira, il Kid di Las Vegas tiene il vantaggio e poi dilaga al quinto.
L'ultima edizione della Grand Slam Cup - l'Atp convince l'Itf a unire le risorse per potenziare l'Atp Tour World Championships - va a Greg Rusedski che in finale batte Tommy Haas, autore nei quarti dell'eliminazione di Agassi. Il numero 1 del mondo però si rifà a Bercy blindando il primo posto in classifica mondiale. L'ultimo torneo del secolo è il Masters che segna il quinto successo di Pete Sampras. Pistol Pete perde 6-2 6-2 contro Agassi nel round robin, ma si rifà con gli interessi in finale superando il Kid per 6-1 7-5 6-4. L'ultima Davis del 900 invece premia l'Australia che sulla terra rossa di Nizza batte la Francia per 3-2. L'eroe della tre giorni è Mark Philippoussis che, pur falcidiato dagli infortuni, firma il primo punto su Grosjean e quello decisivo su Pioline dopo il successo dei "Woodies" (Woodforde e Woodbridge) in doppio.


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