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Verso Torino: 1987, ancora Ivan Lendl sul tetto del mondo

Ivan Lendl ripete la stagione precedente: è numero 1 dal 1° gennaio al 31 dicembre, vince ancora il Roland Garros, Flushing Meadows e il Masters. A Wimbledon trionfa Cash, in Australia lo svedese Edberg.

di | 19 ottobre 2023

Dopo Jimmy Connors e Bjorn Borg, il terzo campione a chiudere quattro stagioni con oltre il 90% di vittorie è Ivan Lendl che si conferma padrone assoluto del mondo. L'annata di Ivan il Terribile ricalca quella precedente: terzo successo a Parigi, terzo titolo consecutivo all'Open degli Stati Uniti e quinto Masters, tutte finali che Lendl domina contro lo stesso avversario, Mats Wilander, il grande antagonista svedese che studia per scippargli la corona.
Se i successi di Lendl sono identici all'anno precedente lo sono anche le sconfitte. Quella che brucia di più nel cuore del ceco è la finale persa a Wimbledon contro l'esplosivo Pat Cash che lo stoppa anche a inizio anno in Australia. Tuttavia le 25 partite vinte da Lendl negli Slam del 1987 sono il secondo bottino più cospicuo dopo le 26 partite conquistate da Laver nel fantastico cammino verso il poker del 1969.
Stefan Edberg, per scacciare i fantasmi della deludente prestazione nella finale di coppa Davis, decide di rimanere a Melbourne in attesa dell'Open d'Australia, ultimo a Kooyong e sull'erba, e la scelta si rivela azzeccata dal momento che arriva al big match senza perdere set. C'è curiosità per Becker che ha deluso nell'edizione precedente perdendo in cinque set, agli ottavi, dall'olandese Michiel Schapers. Non va meglio neppure questa volta, stoppato allo stesso turno da Wally Masur: a pesare sul rendimento del tedesco sono i 4 doppi falli commessi in altrettante palle break che danno il via all'inevitabile crollo del quinto set. Anche Lendl balbetta un po', ma sembra migliorare partita dopo partita. Al ceco però risulta fatale la semifinale con Cash che copre il campo a velocità folle per chiudere a rete la maggior parte dei punti. Così la gara che assegna il titolo ripropone la rivincita della finale di Davis tra Edberg e Cash. Lo svedese scappa avanti due set, Cash ritorna in palla nel terzo e vola avanti 5-1 al quarto, poi si smarrisce. Serve invano per il set sul 5-2 e poi sul 5-4 commettendo 3 doppi falli di fila. Vince a fatica il set, ma Edberg ritrova la fiducia e il suo miglior tennis facendo piangere i 15 mila tifosi del campione di casa. L'ultimo "aussie" re a Melbourne rimane Mark Edmondson nel 1976.
McEnroe intanto si fa rivedere in finale a Philadelphia perdendo da Mayotte, Edberg vince a Memphis per il ritiro di Connors e Becker straccia Edberg nella finale della prima edizione del torneo di Indian Wells. Il Lipton, dopo Delray Beach e Boca Raton, trova casa a Key Biscayne e premia il talento di Gattone Mecir che lascia la sua impronta battendo Edberg nei quarti e Lendl in finale. Becker continua a dare nobiltà all'albo d'oro di Milano, McEnroe insiste con le finali sfortunate: perde Rotterdam contro Edberg, poi Bruxelles contro Wilander e le finali Wct di Dallas contro il diabolico Mecir. Lendl è fermo da dopo Key Biscayne per una operazione al ginocchio, Claudio Pistolesi batte Francesco Cancellotti a Bari nella quarta finale tutta italiana della storia Open e la famiglia Ranieri applaude la vittoria di Mats Wilander a Monte Carlo.

A Tokyo si rivede Lendl ma è ancora imballato e perde agli ottavi contro David Pete; ma due settimane dopo, in quel di Amburgo, stringe i denti contro Tulasne e Carlsson e poi assesta un pesante 6-1 6-3 6-3 in finale a Miloslav Mecir. A Roma, uomini e donne tornano a giocare in due settimane consecutive con Lendl favorito: il ceco batte Claudio Panatta e Damir Keretic, ma al primo ostacolo vero si perde nelle infide trame del gioco di Nystrom. Il pubblico del Foro Italico sospinge McEnroe fino alle semifinali: le volée e i tocchi dell'americano mettono in difficoltà gli specialisti della terra rossa, ma contro l'intelligenza di Wilander non sono sufficienti. Gli Internazionali sono avviati e ritornare grandi con lo svedese che iscrive il proprio nome nell'albo d'oro con il facile 6-3 6-4 6-4 rifilato in finale a Martin Jaite.
La lunga distanza dei match al meglio dei cinque set dà coraggio a Lendl che trova la forma migliore nel corso di un Roland Garros comunque tribolato. Subisce un 6-0 al primo turno da Ronald Agenor, lascia il primo set a Jonathan Canter, va nuovamente in crisi con Nystrom che gli annulla 11 set point nel terzo set mandandolo sotto due set a uno; il ceco schiuma di rabbia, invoca la sospensione per l'oscurità ma non viene ascoltato. Buon per lui che vola avanti 4-0 al quarto prima del buio. E' la svolta: alla ripresa servizio e dritto tornano a livelli mostruosi e lo svdese affonda con il 6-0 6-2 conclusivo. Da slalom speciale con paletti strettissimi, la discesa di Ivan verso il trionfo diventa libera con due vittorie umilianti su Gomez e Mecir. Dall'altra parte del tabellone emerge Wilander che in semifinale lascia sette giochi a un Becker convinto di poter stanare il rivale rimanendo a fondo campo. Lendl-Wilander è una finale che non incanta, i punti durano anche cinquanta scambi e il primo set dura cento minuti esatti. Il servizio e la potenza aiutano più Lendl di quanto la precisione e la resistenza servano a Wilander per resistere. Sul 2 pari del terzo set, con Wilander indietro di due set, lo svedese cambia improvvisamente tattica e inizia a eseguire pregevoli serve and volley. Sembra una tattica dissennata, ma produce i suoi frutti. Vince il terzo set e la partita diventa avvincente. Nel quarto Lendl scappa avanti 4-0, ma Wilander è mentalmente più fresco, lo riacciuffa, prima di cedere 7-3 al tie-break dopo 4 ore e 40 minuti non indimenticabili.

Becker rialza la testa al Queen's battendo un buon Connors, a secco di tornei da quasi tre anni, e a Bologna si mette in luce l'ennesimo svedese: è Kent Carlsson, una specie di robot che gioca con un ginocchio completamente bloccato da bendaggi tanto da sembrare una mummia. Vince il torneo stabilendo il record del minor numero di game ceduti in tabelloni a 32: appena 10 in cinque match.
A Wimbledon gli scommettitori sono concordi sul più che probabile tris di Becker e invece il wonder-boy si fa superare da Peter Doohan già al secondo turno sul campo 2, il "cimitero" dei campioni. Ivan Lendl sorride, ma fa male perché al secondo turno arriva a due punti dalla sconfitta contro l'italiano Paolo Canè. Agli ottavi si rivede Connors che vince un match dopo essere stato sotto 6-1 6-1 4-1 contro Pernfors. Nei quarti Connors fa fuori anche Zivojinovic e poi perde in semi da Cash. Lendl invece passa su Leconte nei quarti e su Edberg in semifinale, al quale annulla due set point nel tie-break del terzo set prima di vincere in quattro. La finale, la centesima per il ceco, segna la seconda grande delusione per Lendl e il più grande exploit della carriera per Pat Cash, il pirata australiano che gioca la partita della vita con un serve and volley impenetrabile.
In estate due colossi come Stati Uniti e Germania si affrontano negli spareggi di Davis per non retrocedere in serie B dopo la battuta d'arresto degli yankees in Paraguay e la sconfitta dei tedeschi contro la Spagna di Emilio Sanchez e Sergio Casal. Ne esce fuori un match di 6 ore e 32 minuti che Becker vince su un grande McEnroe (4-6 15-13 8-10 6-2 6-2). La Germania si salva e gli Usa finiscono in purgatorio.
McEnroe tiene testa anche a Lendl nella finale di Stratton Mountain: vince il primo set al tie-break, va sotto 4-1 al secondo quando la pioggia impedisce la conclusione. Il calendario non concede tempi di recupero, c'è subito l'Open degli Stati Uniti e il cemento di Flushing Meadows restituisce al circuito il miglior Lendl: il ceco, che intanto chiede la cittadinanza Usa, approda alla sesta finale consecutiva senza perdere set, battendo McEnroe nei quarti e Connors in semifinale. La finale con Wilander è più vivace del solito: Lendl perde il primo set al tie-break dopo aver mancato un set point, vince il tie-break del terzo dopo aver salvato 2 set point sul 4-5 e infine chiude 6-4 al quarto.
I due si ritrovano in finale anche al Masters e il risultato, agevolato da un campo velocissimo, è più netto. La Svezia vince la sua quarta Davis passeggiando a Goteborg sull'India e il 29 novembre un ragazzino di 16 anni di Las Vegas, di nome Andre Agassi, vince il torneo di Itaparica. E' il primo bagliore di una nuova alba che a breve illumina il pianeta tennis con una luce completamente nuova.

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