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Verso Torino: 1986, nell'anno dei 2 Masters il re è Ivan Lendl

Il cecoslovacco vince il Masters di gennaio, Miami, Milano, gli Internazionali d'Italia, il Roland Garros, l'Open degli Stati Uniti e il Masters di dicembre occupando la prima posizione mondiale per tutte le settimane dell'anno.

di | 18 ottobre 2023

Il 1986 è un anno particolare, ma non per questo meno interessante, anzi. E' ricordato come l'anno dei due Masters: a gennaio si disputa quello del 1985 e a dicembre quello regolare dell'anno solare in corso. E' una scelta imposta da Tennis Australia che ricolloca l'Open a gennaio, come da tradizione interrotta nel 1977. Per questo è anche l'anno dei tre Slam; per pubblico, appassionati, giocatori e sponsor, cambia poco perché nella sostanza tra l'Open d'Australia del 1985 e quello del 1987 ci sono tredici mesi di differenza, ma per libri, almanacchi e albi d'oro il 1986 rimane un anno zoppo. Assai più importanti sono i milioni di dollari australiani investiti per costruire, nel centro di Melbourne, la nuova casa del torneo con campi in cemento e uno stadio centrale con un tetto retrattile che si apre e chiude in venti minuti. Idea geniale, copiata solo nel 2009 da Wimbledon, nel 2016 dell'Open degli Stati Uniti e nel 2020 dal Roland Garros.
Si parte come sempre dal Madison Square Garden per assegnare la palma di maestro alla stagione appena conclusa. E' il primo e unico Masters della storia a 16 partecipanti che inizia con un giallo. Alla prima conferenza stampa i giocatori presenti sono solo 15 (con Scott Davis in sostituzione dell'infortunato Miloslav Mecir), perchè anche Jimmy Connors non è in perfette condizioni e quando Jimbo ufficializza la rinuncia parte la caccia al sedicesimo che deve scendere in campo la sera stessa contro Leconte. Curren è il primo in ordine di classifica ma è in vacanza, Jaite è ancora in Argentina e non fa in tempo, Arias è impegnato in una esibizione. Si suda freddo fino alla scoperta che Gomez, 21°, è a Washington in compagnia del presidente dell'Ecuador, a sua volta al pranzo ufficiale con il Segretario di Stato americano. Gentilmente Gomez saluta tutti, si fionda a New York e batte 7-6 6-1 Leconte già convinto del passaggio del turno per mancanza di avversario. La sorpresa più clamorosa però arriva con l'eliminazione di John McEnroe, battuto in tre set all'esordio da Brad Gilbert. Il giocatore che tra il 1984 e l'aprile del 1985 perde (senza considerare quella con Amritraj) solo 2 partite vere, non esiste più. E' un Masters che comunque manda in finale i due giocatori più forti, Lendl e Becker, con il ceco che placa gli ardori del giovane tedesco battendolo in finale in tre set secchi dopo avergli annullato un set point sul 5-6 del secondo parziale.

A inizio anno l'Itf proclama Claudio Pistolesi e Laura Garrone numeri 1 del mondo nelle categorie juniores. Lendl ormai non sbaglia più una mossa e dalla sconfitta con Edberg in Australia infila 29 successi di fila. Vince Philadelphia con Mayotte che non scende neppure in campo per la finale a seguito di un infortunio. Poi si sposta in Florida, a Boca West, per far suo il Lipton su Wilander dopo una semifinale infuocata con Connors. Jimbo lotta come un leone per 5 set poi, convinto di subire un furto da un giudice di linea, impreca e abbandona il campo sotto 2-5 al quinto. Inevitabile la squalifica che gli impedisce di giocare Parigi e di rimanere, dopo 657 settimane consecutive, tra i primi 5 del mondo. Lendl passa anche per Milano dove in finale macina l'indifeso Nystrom, vince Fort Myers e soltanto il 30 marzo subisce in finale a Chicago, contro l'indemoniato Becker, il primo ko della stagione.
Il circuito è monopolizzato da Lendl e dai giocatori della Svezia. Fanno scalpore le centinaia di migliaia di dollari che una ditta investe per sponsorizzare Nicklas Kulti, un 14enne svedese erroneamente scambiato - nella prestanza fisica e nel gioco - per il nuovo Borg. Sul campo invece i mattatori sono i "nipotini" credibili dell'Orso. Nystrom vince 4 tornei tra cui Monte Carlo su Noah, Wilander va a segno a Bruxelles mentre Jarryd sorprende due connazionali e poi fa fuori l'incredulo Becker nelle ricchissime finali Wct di Dallas.
Lendl subisce la giornata di vena di Noah che gli impone il secondo alt dell'anno in semifinale nel torneo dei campioni di Forest Hills, ma si riprende alla grande con l'accoppiata Roma-Parigi. Al Foro Italico però non è una passeggiata: in semifinale, contro l'indiavolato Noah, Lendl deve salvare un match point sul 4-5 30-40 del terzo set. Il giudice di linea chiama fuori la prima di servizio di Lendl, ma si corregge. Richard Kaufman scende dal seggiolone e convalida l'ace di Lendl tra le proteste di Noah. Archiviata la lotta con Noah, Lendl batte il giovane Sanchez in finale e si presenta a Parigi da superfavorito. Al Roland Garros i rivali più accreditati si eliminano da soli: Wilander perde al terzo turno dal sovietico Andrei Chesnokov, Noah s'infortuna prima di giocare l'ottavo con Kriek, Becker e Leconte si fanno travolgere da un biondino svedese cresciuto in America di nome Mikael Pernfors. Per Lendl è una passeggiata, il freddo e il vento gli suggeriscono di giocare in tuta la poco dispendiosa semifinale con Kriek (6-2 6-1 6-0), poi respinge in scioltezza i vani attacchi di un Pernfors già sazio. Parigi è per la seconda volta ai suoi piedi.

Finita la sospensione per l'irresponsabile comportamento al Lipton, Connors torna in campo al Queen's e arriva a una brillante finale che perde per ritiro contro l'elegante serve and volley di Tim Mayotte. A Wimbledon va peggio e per la prima volta Jimbo esce sconfitto al primo turno contro Robert Seguso. Tutti si aspettano la conferma di Becker che puntualmente arriva con sommo dispiacere di Lendl. Il quale, non riuscendo proprio a sfatare il tabù Wimbledon, si affida alle sapienti mani di Tony Roche. Il ceco batte 9-7 al quinto Mayotte nei quarti e 6-4 al quinto Zivojinovic in semifinale prima di subire la dura legge di Becker che, quando i turni si fanno bollenti, lascia un solo set in semifinale al magico Leconte.
L'Italia si fa notare: il 13 luglio Paolino Canè, talentuoso tennista bolognese dal turbo rovescio, vince a Bordeaux il primo titolo Atp della carriera sullo svedese Kent Carlsson e un mese dopo Simone Colombo, detto Simba, conquista il titolo a Saint Vincent sull'australiano Paul McNamee.
McEnroe, dopo il matrimonio con Tatum O'Neal, torna al tennis in agosto a Stratton Mountain perdendo in semifinale con Becker al tie-break decisivo, ma convince sulla possibilità di tornare competitivo ai massimi livelli. I suoi tifosi però vanno in depressione quando, dopo la sconfitta con Seguso all'Open del Canada (qui casca anche Lendl che subisce la quarta sconfitta dell'anno contro Curren), perde all'esordio di Flushing Meadows da Paul Annacone.
L'Open degli Stati Uniti conferma il dominio di Lendl e della scuola cecoslovacca che confeziona uno storico en plein: Lendl batte Mecir (autore in semifinale dell'eliminazione di Becker) nella finale maschile, Martina Navratilova batte Helena Sukova in quella femminile.
Le sensazioni di McEnroe sono giuste e torna a vincere tre tornei di fila a Los Angeles, San Francisco e Scottsdale. Lendl invece tira il freno a mano perdendo la finale di Sydney contro Becker che imita Newcombe centrando tre tornei di fila in tre continenti diversi: Sydney, Tokyo e Parigi-Bercy. Edberg pone fine alle 19 finali di fila raggiunte da Lendl nei tornei indoor. La serie, iniziata nell'ottobre di tre anni prima, si interrompe in semifinale a Tokyo. E' la sesta e ultima sconfitta di Ivan il Terribile che chiude la sua migliore annata di sempre con il 92,5% di vittorie (74-6) dopo aver fatto suo anche il Masters di dicembre con un triplice 6-4 (che non rende giustizia allo strapotere assoluto del ceco) su Becker, già da tre mesi il più giovane numero 2 della storia. L'ultimo appuntamento dell'anno ritorna a essere la finale di coppa Davis che l'Australia vince sull'erba di Melbourne battendo per 3-2 lo squadrone svedese orfano del neo sposo Wilander con la bella Sonja. Il mattatore è Pat Cash che firma i tre punti, l'ultimo dei quali su un grande Pernfors che gli scappa avanti due set prima di essere fagocitato dell'irruenza del "pirata" australiano.


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