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Il numero 1 del mondo si è iscritto in extremis nel “250” svizzero per giocare partite: insieme a tante titubanze, malgrado il ko contro Machac, Novak ha mostrato tanti miglioramenti. I dubbi restano ma solo sotto il profilo fisico sul campione uscente del Roland Garros
di Vincenzo Martucci | 24 maggio 2024
Il leone s’è svegliato, il leone della foresta del tennis è sempre lui, magari sonnacchioso ma sornione, pronto a dare la zampata decisiva e a risolvere in un attimo i suoi problemi? Qual è l’esatta portata della sconfitta in semifinale contro Machac? La distanza fisica coi rivali è ancora troppo ampia o è colmabile da qui alla seconda settimana del secondo Slam stagionale? Il leone Novak Djokovic è stato costretto a disputare un torneo in più, il “250” di Ginevra, dai progressi di Jannik Sinner, dalle tre sconfitte che l’italiano gli ha rifilato da novembre e dalla sua minacciosa scalata al primato in classifica.
Doveva, avendo disputato appena 17 partite quest’anno prima dell’appuntamento svizzero (12 vittorie-5 sconfitte), senza poter vantare - stranamente - un solo titolo ATP, accumulando piuttosto delusioni a raffica sia sul cemento che sulla terra. Doveva, per poter fronteggiare con più sicurezza e fiducia la nuova campagna del Roland Garros, nello Slam per lui meno vincente dove difende il titolo di 12 mesi fa e una montagna di punti (2000). Anche se si è visto che non è in condizioni brillanti, soprattutto fisicamente e accusa pause impreviste ed insolite per un campione come lui. Ricordiamolo, primatista assoluto con 24 Majors. Un campione capace più volte, però, nella sua lunga carriera, di rigenerarsi strada facendo e di alzare enormemente il livello da un settimana all’altra.
VIA CRUCIS
Ci si può allenare durante il torneo? Certo che sì, se ti chiami Novak Djojkovic e da anni sfrutti proprio i match della prima settimana degli Slam, contro gli avversari di classifica ed esperienza e magari qualità molto inferiore, per rifinire la preparazione. Così potrà fare al Roland Garros, anche in virtù di un tabellone benevolo, e così ha fatto anche a Ginevra. Nole I di Serbia ha testato se stesso, impressionando, se possibile, ancor più di quanto è tirato al massimo e diventa invincibile. Perché, a tratti, soprattutto quando ne ha avuto veramente bisogno, ha tirato fuori sprazzi da vero Djokovic nel servizio, nella risposta, nella lucidissima lettura delle situazioni di gioco. Ed è venuto fuori dai guai con la famosa zampata del leone della foresta.
Così, all’esordio ginevrino contro Hanfman, in spolvero, ha salvato 7 palle-break nel primo set che poi, con un paio di attenti sprint, ha portato a casa per 6-3, e quando è scivolato 0-3 e ha salvato a malapena lo 0-4, è uscito dal baratro come solo lui sa fare, piazzando un parziale di sei games a zero che il tedesco non potrà dimenticare facilmente. Vale peraltro anche per Nole, che così ha firmato il successo ATP numero 1.100.
SPRINT SU SPRINT
Contro Griekspoor, temibile picchiatore olandese che l’Italia conosce bene dalla Davis con Sinner, il campione di gomma serbo ha fatto anche di più, di meglio, regalandosi un altro souvenir importante per il compleanno numero 37. Spesso impotente contro l’uno-due, servizio-dritto dell’avversario, sul 4-5, ha salvato infatti 4 set point, i primi tre consecutivi, piazzando sempre la prima di battuta con una precisione ed una efficienza propri dei giocatori più forti di sempre, per poi chiudere praticamente la contesa con due sprint, uno dietro l’altro, per l’emblematico 7-5 6-1.
E contro Machac, ceco dalle mani d’oro, con qualche limite di dritto e di concentrazione, ha tirato fuori le sue armi speciali. Perso il primo set da 4-1, accusando un parziale di sei games a zero e poi chedendo aiuto al medico, facendosi misurare la pressione, lamentando problemi agli occhi (disturbati dal polline), soffrendo per la respirazione, per il sole, per il caldo e per chissà cos’altro, quando appariva moribondo come tante altre volte quando si è trovato con le spalle al muro, Novak h piazzato un annichilente 6-0 che poteva chiudere la contesa nel secondo set. Anche perché ha sicuramente toccato nel vivo le convinzioni del veloce avversario.
BENZINA FINITA
Ahilui, dopo aver mancato prima il vantaggio e poi il riaggancio ad inizio terzo set, però, s’è trovato nudo alla meta, proprio un super-atleta come lui. Contro un avversario più giovane e in condizione. Ed è crollato clamorosamente, quando sembrava avere ormai fra le grinfie Machac. Arrendendosi per 6-1 al 23enne ceco, appena al secondo successo contro un top 10, il primo contro il un numero 1.
Ma siamo proprio sicuri che per Novak sia stata una autentica sconfitta e non un altro, significativo, passo avanti nella lunga volata che lo deve riportare in forma nella seconda settimana del Roland Garros?
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