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Passaro, la rivoluzione in 3 settimane: "In una parola? Incredibile"

Grazie al successo a Torino (e ai punti di Roma, dove è arrivato al terzo turno), Passaro è tornato in posizioni di classifica più consone alle sue ambizioni. Oggi è numero 133 Atp, ma nella Race si trova già al numero 84. Una dichiarazione d'intenti per il resto della stagione

23 maggio 2024

Francesco Passaro agli Internazionali BNL d'Italia (Foto Maiozzi/FITP)

Francesco Passaro agli Internazionali BNL d'Italia (Foto Maiozzi/FITP)

Il 30 aprile scorso, Francesco Passaro usciva al turno decisivo delle qualificazioni del Challenger 175 di Cagliari, superato al tie-break del terzo set dall'olandese Jesper de Jong. In precedenza, nel 2024, solo per tre volte aveva superato almeno un turno in un tabellone principale: a Nonthaburi, a Santiago del Cile e a Napoli.

Un percorso non del tutto soddisfacente, per un ragazzo che era già stato a un passo dai top 100 (numero 108, per la precisione) il 13 febbraio del 2023. Un percorso che tuttavia non gli ha tolto una delle doti chiave: la capacità di continuare a lavorare a testa bassa, senza badare troppo al fatto di rimanere un po' indietro, mentre altri colleghi (e connazionali) riuscivano a volare.

Così oggi vola pure lui, Francesco da Perugia, dopo tre settimane che gli stanno cambiando la vita. O meglio, lo stanno riportando sulla strada che a un certo punto pareva complicato ritrovare, quella che porta ai top 100 Atp. E poi oltre. Tra Roma e Torino è davvero cambiato tutto, e ogni punto, ogni partita, ogni vittoria che è giunta in questo periodo, è merito di una caparbietà commovente. Agli Internazionali BNL d'Italia, Passaro è partito dalle qualificazioni, trovando immediatamente partite durissime, come quella vinta contro il croato Ajdukovic al secondo turno (tre tie-break). Nel main draw, ha vinto altre due volte al tie-break decisivo, ha avuto un match-point per approdare agli ottavi ma ha finito per cedere di fronte al portoghese Nuno Borges. Contraccolpi emotivi? Zero.

Un'espressione curiosa di Francesco Passaro (foto Sposito/FITP))

A Torino, di nuovo testa bassa e pedalare. Altre battaglie (contro Galan all'esordio, contro Nakashima nei quarti) e altre vittorie. Con una finale pressoché perfetta contro Lorenzo Musetti, costretto a capitolare per la seconda volta di fila nelle finali dei Challenger 175 su suolo italiano. “Una parola per descrivere la mia settimana? Incredibile – ha detto Passaro dopo la finale del Piemonte Open Intesa Sanpaolo – perché non mi sarei mai aspettato di vincere”. Ma in realtà quell'incredibile andrebbe esteso all'ultimo mese del tennista umbro, capace di trovare risorse fisiche e mentali inattese, a questo punto della carriera. 

Grazie al successo a Torino (e ai punti di Roma, dove è arrivato al terzo turno), Passaro è tornato in posizioni di classifica più consone alle sue ambizioni. Oggi è numero 133 Atp, ma nella Race si trova già al numero 84. Una dichiarazione d'intenti per il resto della stagione: a questo punto, entrare nei 100 non è solo un traguardo realistico, ma pure l'obiettivo minimo, in attesa che si possa alzare l'asticella e puntare a salire ulteriormente. 

Francesco, dopo Torino, avrebbe potuto prendersi qualche giorno di riposo. Ma è partito comunque alla volta di Parigi, per il Roland Garros. È rimasto fuori per un soffio dalle qualificazioni, ma era partito comunque per provare a firmare, sperando in qualche forfait. Che non è arrivato. Ma ormai, anche per i grandi tornei, è solo questione di tempo: con questo ranking, Passaro sarà a Wimbledon, sarà agli Us Open, e non necessariamente partendo dalla porta di servizio delle qualificazioni.

“Quando è arrivato a essere numero 108 Atp – spiegava il coach di sempre, Roberto Tarpani – forse non era ancora pronto per quel tipo di livello, per quel tipo di pressione: gestire un salto in alto così evidente a quell'età non è facile. Oggi invece Francesco è pronto e gioca a tennis meglio di allora. Si trattava solo di trovare la chiave per vincere”. Una chiave che finalmente è stata trovata. Da Roma e da Torino emerge un giocatore importante per il tennis azzurro: uno che ha colpi, testa, fisico, energia. E un atteggiamento sempre positivo, da bravo ragazzo che però sa perfettamente come lottare, quando è in battaglia. 

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