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Djokovic stende Alcaraz e avvisa Sinner

Il 36enne numero uno del mondo concede appena cinque giochi al 20enne spagnolo, “rimandato” al prossimo anno nonostante alcuni colpi da applausi. Troppo forte però la difesa di Nole che ha giocato solo negli immediati dintorni delle righe

di | 18 novembre 2023

L'abbraccio tra Djokovic e Alcaraz a fine match (foto Sposito/FITP)

L’età non è che un numero: firmato Novak Djokovic. A 36 anni il serbo è per la nona volta all’ultimo atto delle Nitto ATP Finals di scena sul veloce indoor del Pala Alpitour di Torino. In semifinale il numero uno del mondo ha battuto 63 62, in poco meno di un’ora e mezza di partita, lo spagnolo Carlos Alcaraz (n.2), un punteggio forse un po’ troppo severo per quanto visto in campo. Domenica sarà dunque Djokovic ad affrontare per il titolo Jannik Sinner (n.4), primo italiano in finale in 54 anni di storia del torneo, che questa settimana non ha perso neanche un match. Mentre il serbo, che punta al settimo trofeo, nel round robin ha perso proprio contro l’azzurro. Sarà la 20esima volta che a giocarsi il titolo saranno due tennisti che già si sono sfidati nella fase a gironi, e per 11 volte ha trionfato chi era stato sconfitto nel round robin….

Ad Alcaraz non sono bastati 10 ace (contro un solo doppio fallo) e l’84% di prime in campo: lo spagnolo non è riuscito a convertire nessuna delle quattro palle-break concesse da Nole e nonostante i 22 vincenti messi a segno (contro i 14 del serbo) ha pagato i 10 gratuiti (contro i 3 del suo avversario), quasi sempre peraltro in momenti decisivi. “E’ stata davvero dura perché ha giocato allo stesso livello per tutta la partita - dice “Carlitos” - con una qualità dei colpi altissima. Ancora una volta ha dimostrato perché è il miglior giocatore del mondo. Contro un tennista come Nole devi giocare il cento per cento, altrimenti sei morto…”, chiosa con l’immancabile sorriso. 

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Il 20enne di El Palmar (Murcia), esordiente alle Finals e il più giovane degli otto in gara, ha giocato una prima parte di stagione stratosferica con 6 trofei messi in bacheca (l'ultimo a Wimbledon dopo una finale straordinaria vinta contro Djokovic) e con un bilancio di 65 vittorie e 11 sconfitte che parla da solo. Il 36enne di Belgrado ha sostanzialmente giocato meno, 53 vittorie contro 6 sconfitte, ma altri 6 trofei messi in bacheca (tra cui tre Slam - e nel quarto ha fatto finale - due “1000” e un “250” che quasi stona). Una sfida tra il numero uno ed il numero due del mondo in semifinale può accadere solo alle Finals. 

Il match. Due pari il bilancio dei precedenti, perfettamente alternati: Alcaraz ha vinto in semifinale a Madrid 2022, Djokovic in semifinale al Roland Garros quest’anno, Carlos in finale a Wimbledon e Nole in finale a Cincinnati. Il serbo deve risalire da 15-40 già nel game d’apertura del primo set. “Carlitos” cerca, e trova, più vincenti: Nole però gli resta attaccato, col vantaggio oltretutto di servire per primo.

E dal 3 pari cambia qualcosa: Djokovic inizia a servire meglio e nell’ottavo gioco sfrutta il primo passaggio a vuoto di Alcaraz, strappandogli la battuta alla seconda palla-break (5-3). E poco dopo incamera il set (6-3) tenendo il servizio a zero.

Il successo parziale è un’iniezione di fiducia supplementare - neanche ne avesse bisogno - per Novak che nel terzo gioco della seconda frazione trova un break preziosissimo (2-1) ed un allungo altrettanto importante (3-1). Il diritto di “Carlitos” non funziona come dovrebbe e per di più nel quinto game con un doppio fallo concede al serbo la chance del doppio break ma se ne tira fuori con un paio di diritti, il primo d’attacco, il secondo “choppato”, che stavolta vanno a segno (3-2).

Nel gioco successivo con due “quindici” semplicemente da fantascienza Alcaraz si procura due palle-break ma Nole è un “marziano” e annulla la prima con un servizio robusto e la seconda con un passante di diritto incrociato che fa tanto male allo spagnolo, e poi è 4-2. “Carlitos” incassa e poco dopo concede anche un secondo break che spedisce Djokovic avanti 5-2. E poco dopo con uno smash che sa tanto di liberazione la “vecchia volpe” rispedisce a casa il “giovane leone” (6-2).

Quando Jannik vinse le Next Gen Finals a Milano nel 2019 Djokovic disse: “Sinner diventerà una stella”. Domenica scopriremo se ci sarà lo stesso “maestro” per la settima volta (enesimo record da siglare) o uno tutto nuovo, d’azzurro vestito.

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