

Andrey Golubev, kazako cresciuto tennisticamente al Match Ball di Bra (in provincia di Cuneo), centra il primo trionfo in doppio nel circuito maggiore. Ma soprattutto si tratta di un ritorno al successo a 13 anni di distanza dal suo primo e unico centro in singolare, quello ottenuto ad Amburgo (Atp 500) nel 2010
24 ottobre 2023
Ogni tanto il doppio esce dall'anonimato e regala storie straordinarie. Che per la stessa natura della disciplina non sono riproducibili nel singolare. Dallo scorso fine settimana, emerge una storia che ne contiene altre mille, volendo buttare lo sguardo un po' in profondità. Protagonisti i vincitori del 250 di Stoccolma, Andrey Golubev e Denys Molchanov, che prima di tutto sono un russo (acquistato dal Kazakistan, di base in Italia, ma pur sempre un russo) e un ucraino.
Connubio che di questi tempi è una rarità e che ci riporta indietro di quasi due anni, febbraio 2022, quando lo stesso Molchanov e Andrey Rublev trionfarono a Marsiglia mettendo il fatto di essere amici d'infanzia sopra qualsiasi conflitto tra governi e governanti.
La bandiera del Kazakistan accanto al nome di Andrey, in questo caso, mette tutto un po' a tacere secondo una forma di ipocrisia generale (che non risparmia la gran parte dei media) piuttosto mal nascosta. Ma, dal punto di vista dei giocatori, il messaggio è oltremodo chiaro, come lo è stato anche di recente per tanti ucraini e per tanti russi: lasciamo fuori guerre e politica dal mondo dello sport. Proprio Golubev, kazako cresciuto tennisticamente al Match Ball di Bra (in provincia di Cuneo) sotto la guida di Max Puci, ha poi un altro motivo per essere particolarmente felice del successo di Stoccolma. Intanto si tratta del primo trionfo in doppio nel circuito maggiore, cosa inusuale per un 36enne di talento che di mestiere fa solamente questo (e non da poco).
Ma soprattutto si tratta di un ritorno al successo a 13 anni (tre-di-ci!) di distanza dal suo primo e unico centro in singolare, quello ottenuto ad Amburgo (Atp 500) nel 2010, quando superò in finale Jurgen Melzer arrampicandosi fino alla posizione numero 33 della classifica mondiale. Non è normale che un tennista metta fra primo e secondo titolo Atp quasi tre lustri di distanza, ma non è normale nemmeno che uno con quelle qualità sia arrivato solo due volte sul gradino più alto del podio.
Il fatto è che Andrey – giocatore dal potenziale enorme, con un braccio rapidissimo – non ha mai trovato la continuità necessaria per rimanere a lungo in grado di giocarsi i grandi titoli. In questa sua seconda carriera si sta rivelando un doppista eccellente (anche in Davis, per il Kazakistan ovviamente), e chissà che nei prossimi anni non possa migliorare ulteriormente e puntare alle Finals della disciplina. Del resto, se quest'anno troviamo nei top 10 personaggi come Rohan Bopanna (43 anni) e Maximo Gonzalez (40), vuol dire che il tempo non gli manca di certo.
Nato a Volzhskij, Russia, il 22 luglio 1987, Andrey Golubev è anche cittadino italiano, precisamente da mercoledì 29 luglio 2015, dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica nelle mani del sindaco di allora della cittadina piemontese, Bruna Sibille. “Per me – disse all'epoca un emozionato Golubev – è un immenso piacere poter portare in giro per il mondo il nome di una città che mi ha visto crescere e mi ha fatto conoscere tante persone importantissime per la mia vita, in primo luogo il presidente Dogliani e la famiglia Puci che gestisce il tennis club nel quale mi sono allenato”.
In Piemonte ci arrivò a soli 15 anni, quando Massimo Puci vide un video in cui questo adolescente di talento sparava missili su un campo col fondo in legno nella sua città. Da lì in poi è cambiata la sua vita. Da adesso in avanti, dopo aver vinto quel titolo di doppio che era sempre sfuggito, potrebbe cambiare la sua attitudine verso la disciplina, forse più di quanto accadde dopo la (sfortunata) finale del Roland Garros 2021, persa insieme al connazionale Bublik. Per puntare a dare il meglio da Over 35. In fondo, non sarebbe nemmeno una sorpresa.
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