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Fritz & Tabilo possono sbocciare anche a Wimbledon?

Dopo le vittorie di Eastbourne e Majorca, l’americano e il cileno, campioni col pugno del ko, chiedono ai Championships di cancellare gli stereotipi che li riguardano in chiave continuità e prestazioni nei maggiori tornei

di | 30 giugno 2024

Taylor Fritz esulta (foto Getty Images)

Il bello del tennis è che te l’aspetti. Non sai quando, e soprattutto per quanto, ma sai che succederà. E potrà risuccedere ancora. E ancora. Così, fatte le debite proporzioni, quando Roger Federer era dato - sportivamente - per defunto, in realtà sapevamo che aveva ancora uno-due Slam nel suo arco, che per poco non sono diventati anche tre o quattro. Così, con la qualità sintomatica dei pugili col pugno del ko che ti lasciano secco come succede a un numero sempre più sparuto di tennisti, Taylor Fritz non può sorprendere per il tris - storico - sull’erba di Eastbourne: se non vince di più il californiano col sorriso bianchissimo e fisso è perché non è cattivo abbastanza, non ne ha bisogno abbastanza, come riassume lo 0-9 nei testa a testa con quella volpe di Novak Djokovic.

Così, non solo per l’edonistica passione per gli eroi del torneo di Roma, ma proprio per la sensazione che quel tennis delizioso come quello di Fritz di lasciare fermo l’avversario, non potesse ridursi alla qualificatissima una tantum degli Internazionali d’Italia, non sorprende che il servizio-dritto del mancino cileno Alejandro Tabilo metta il primo sigillo ATP Tour al torne di Maiorca. Il problema successivo - ahiloro, ahinoi - resta però lo stesso: quando e per quanto potranno ripetersi a quel livello da super-eroi?

SECONDA FASCIA
Fra i suoi 7 titoli, Fritz vanta anche il 1000 di Indian Wells e prestazioni di livello in grandi appuntamenti, proprio come gli pronosticavano i risultati da fenomeno da junior. Tabilo ha avuto i suoi problemi a  venir fuori, a cominciare da problemi con la bilancia  per una alimentazione sbagliata e poi di identità, per passare a quelli economici. 

L’americano per paura di farsi male nell’impatto con una realtà di vertice che finora l’ha respinto, il sudamericano per un’autostima che si sta costruendo solo adesso non sembrano capaci di tenere le briglie sciolte e insieme di saltare tutti gli ostacoli per due settimane complete, le più dure del loro sport, come sono appunto gli Slam e quello più sognato da tutti, Wimbledon. Anche perché sui 5 set, nelle maratone del tennis, quando tutto si chiude e si riapre e poi magari riparte tutto daccapo all’improvviso, subentrano i loro limiti fisici e quella caratteristica che, altrimenti, li rende diversi e, a tratti, unici. Com’è appunto la capacità di risolvere con un colpo e via. Che vale sullo sprint, ma che quando la lotta si fa davvero dura deve cambiare spartito, e musica. Quella che meno piace ai nostri eroi viziati dal talento, Taylor ed Alejandro. 

Alejandro Tabilo esulta (foto Getty Images)

SOGNO VERDE
Peccato, perché ci piacerebbe tanto sbagliarci, magari con l’aiutino dell’erba, la più rivoluzionaria e irrispettosa fra le superfici del tennis. Magari, chissà, quei due bracci così dotati potrebbero trovare ili loro “magic moment” e diventare le sorprese di un Major indimenticabile. Ci piacerebbe molto: ravviverebbero il tennis del bim-bum-bam ad esaurimento fisico dell’avversario. Porterebbero altri colori ai Championships. Chissà, forse questo è proprio il momento giusto, ora che sono nel pieno della maturità, Fritz & Tabilo potrebbero sfatare l’ennesimo stereotipo del giocatore di qualità che è sempre anche discontinuo e sprecone. Magari li stimolerà la pressione del primato di migliore del proprio paese nella classifica mondiale: Taylor, al numero 13 è appena stato scavalcato da Paul al 12, con Shelton al 14. Ed Aldjandro, al 24, punta a rimontare il conterraneo Jarry al 19.  

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