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Impresa Finlandia, nel segno dell'8 e con un pizzico d'Italia

Ci sono appena 8 giocatori del Paese scandinavo nel ranking mondiale di singolare. Ma due di loro sono bastati per far fuori gli Usa e arrivare alla Final 8 di Davis. Ecco perché l'impresa è straordinaria, e contiene anche il grande merito di un tecnico italiano

di | 18 settembre 2023

L'ultima volta che li hanno contati erano circa 5 milioni e mezzo. Che è come dire la popolazione di Dallas o di Detroit, oppure un quarto di quella di New York e dintorni. Se poi parliamo di tennisti professionisti, contare i finlandesi nel ranking di singolare è ancora più semplice: in totale sono otto. Da non confondere con Otto, che è uno di loro e che di cognome fa Virtanen. Ed è tra coloro che (forse, un giorno) saranno ricordati come gli eroi di Spalato, la sede del girone dove gli scandinavi sono riusciti a qualificarsi per la prima volta nella loro storia fra le migliori otto (di nuovo) squadre del pianeta.

Otto Virtanen, numero 126 Atp, ha 22 anni ed è nel momento migliore della carriera, non lontano dal suo best ranking di numero 109. Fin qui ha vinto tre Challenger, tutti sul rapido, il primo sul finire dello scorso anno a Bergamo, il torneo che lanciò Berrettini, Sinner e Rune. L'obiettivo di Otto è arivare (almeno) ai livelli di Emil Ruusuvuori, 24 anni, numero 57 al mondo e con un primato personale 20 posti più su. Un ragazzo di poche parole, Emil, finlandese nell'animo e negli atteggiamenti: quando ha battuto Tommy Paul regalando al suo Paese un'impresa mai vista, non ha nemmeno alzato il pugnetto in segno di esultanza. Il suo gesto più eclatante? Dare un bacio, in pubblico, alla sua fidanzata.

Impresa Finlandia: Usa travolti

Del resto sono così, i finlandesi. Il più 'caliente', se così si può dire, è il capitano Jarkko Nieminen, uno che in carriera si è tolto delle belle soddisfazioni: numero 13 Atp, due titoli nel circuito maggiore, tre quarti in altrettanti Slam (li ha mancati solo a Parigi) e tanti scalpi di prestigio, da Lleyton Hewitt ad Andre Agassi, da Evgeny Kafelnikov a Tommy Haas, da Juan Martin Del Potro a Stan Wawrinka. Spesso li batteva alla distanza, Jarkko, che aveva una predilezione per i cinque set, con un tennis mancino fastidioso dal primo all'ultimo quindici. Oggi i suoi ragazzi, invece, tentano di andare più veloce che possono, anche perché la loro tenuta mentale non ha raggiunto (per adesso) il livello dei top players.

A dare un contributo determinante alla crescita di Ruusuvuori e più in generale del tennis finlandese c'è anche un italiano: si chiama Federico Ricci, di Emil è il coach, ma in realtà è qualcosa di più importante per tutto il movimento racchettaro del Paese del nord. Ricci, emiliano trapiantato presto a Milano, ha vissuto una lunga esperienza negli States, prima di cedere al corteggiamento (pare, piuttosto prolungato e insistente) di Nieminen, che lo voleva con sé a tutti i costi per la sua accademia. Superate le diffidenze iniziali, i due hanno costruito un sistema – con pochissimo 'capitale umano' a disposizione – che a vederlo da quaggiù sembrava impossibile anche con le migliori intenzioni. E che invece adesso brilla anche grazie ai risultati che stanno lì in bella mostra sotto gli occhi di tutti: quelli della squadra di Davis.

Intendiamoci: se a uno tra Ruusuvuori e Virtanen dovesse venire un raffreddore, le alternative non ci sarebbero. O meglio, si chiamerebbero Patrick Kaukovalta (24 anni, 794 Atp, eroe del doppio a Spalato), Iiro ed Eero Vasa, che non è uno scioglilingua ma sono i nomi dei due fratelli (con un passato nei college americani) collocati attualmente intorno al numero 1000, Iiro 855, Eero 1025. Non proprio delle garanzie, se parliamo di confronti con Italia, Gran Bretagna, Serbia, eccetera. D'altra parte i miracoli non si possono fare, e avere già due elementi in grado di giocare alla pari con i migliori del mondo sembra qualcosa di un altro mondo.

Va meglio, alla Finlandia, se ci spostiamo sul doppio. Oggi c'è Harri Heliovaara, che a 34 anni sembra un ragazzino, se guardiamo all'età media dei migliori doppisti in circolazione. Anche se parliamo di uno che è nel giro da un pezzo è che è stato pure tra i top 10 (numero 7, adesso è numero 30). Ma se torniamo indietro di qualche anno, c'è Henri Kontinen che ha fatto ancora meglio, arrivando a essere numero 1 del mondo nella specialità, dopo essersi preso il titolo degli Australian Open (in coppia con John Peers). Insomma di tradizione tennistica ce n'è, lassù nel Paese dei laghi e dei ghiacci. Il problema sono i numeri, perché strappare qualche buon atleta all'hockey, sport nazionale per eccellenza, è sempre un'impresa. Chissà che dopo la Final 8 di Malaga, dove peraltro Otto ed Emil non avranno nulla da perdere, l'impresa per Nieminen e Ricci non diventi appena un pochino meno complicata.


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