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Chiamatelo Mister finali: ora Humbert sogna Torino

Il suo connazionale Julien Benneteau si ritirò con 10 finali ATP perse su 10, mentre Ugo Humbert va all’opposto: ne ha vinte 6 su 6 e non smette di migliorarsi. È numero 8 della Race e da quando si è affidato a Jeremy Chardy non sbaglia un colpo. Gli disse di chiamarlo per puntare alla top-10: sembrava follia, invece…

22 marzo 2024

Se la Race to Turin terminasse oggi, nella quarta edizione delle ATP Finals alla Inalpi Arena ci sarebbero tre nomi nuovi. Il primo è quello di Alex De Minaur, approdato nei primi 10 del ranking con buone chance di rimanerci; il secondo è l’argentino Sebastian Baez, bravissimo a sfruttare la Gira Sudamericana che gli ha dato due titoli e 900 punti in 4 settimane; e il terzo è il nuovo numero uno di Francia, Ugo Humbert, attualmente ottavo nella Race. Un risultato che fa doppiamente notizia se si considera che poco più di un anno fa il 25enne di Metz viaggiava fuori dai primi 100, dopo un 2022 carico di sconfitte e delusioni.

Ma proprio quando la diritta via pareva smarrita, il transalpino classe ‘98 ha ritrovato la bussola rendendosi protagonista di una crescita impressionante che l’ha portato per la prima volta nella top-15. Il segreto? Ce ne sono vari, ma le statistiche ne evidenziano uno su tutti: quando arriva in finale, vince lui. In carriera ha giocato sei finali nel circuito maggiore e si è preso altrettanti titoli, gli ultimi tre nell’arco di cinque mesi: lo scorso novembre a Metz, a febbraio a Marsiglia e a marzo a Dubai, suo secondo ATP 500.

Un rendimento che rievoca quello decisamente meno felice del connazionale Julien Benneteau, ritiratosi nel 2018 col triste primato di giocatore ad aver disputato più finali ATP in singolare senza mai conquistare un solo titolo. Fra 2008 e 2014 ne giocò la bellezza di dieci, perdendole tutte. Humbert invece va all’opposto e sin qui nel Tour non ha mai perso. In più, vanta un rendimento felice anche a livello Challenger: delle 13 finali disputate ne ha vinte 9, e dopo l’iniziale 1-3 ha decisamente cambiato marcia portandone a casa 8 delle ultime 9, comprese le due nei Challenger 175 dello scorso anno a Cagliari e Bordeaux, che non appartengono al circuito maggiore ma per parco giocatori avevano davvero poco da invidiare a eventi di categoria superiore.

Proprio i due SuperChallenger vinti nella primavera del 2023 hanno rappresentato la seconda svolta della sua carriera, dopo gli exploit che nel 2020 l’avevano visto arrivare fra i primi 30. Nel giro di tre settimane passò da numero 77 a numero 40, ma soprattutto si scoprì competitivo anche su quella terra battuta che fino a lì aveva sempre cercato di evitare il più possibile.

“Non dimenticherò mai questa settimana – raccontò dopo il trionfo al Sardegna Open del Tennis Club Cagliari –, perché ho sempre detestato giocato sul rosso: essere riuscito a vincere un torneo così importante è una sensazione incredibile”. Due settimane dopo fece il bis a  Bordeaux, battendo avversari di grande spessore e da lì in poi è andato sempre più su, tanto che oggi la “scommessa” di coach Jeremy Chardy non sembra più fuori luogo. Nel 2022 gli disse di chiamarlo quando si sentisse pronto per puntare alla top-10 e Ugo non perse tempo, decidendo di affidargli la propria panchina quando il connazionale era ancora in attività, approfittando di un suo stop per infortunio.

Mai scelta fu più azzeccata, perché l’intesa ha funzionato da subito e i risultati parlano per entrambi: Humbert non smette di crescere, mentre Chardy – forzato al ritiro da problemi alle ginocchia: lo scorso anno a Wimbledon il suo ultimo match – si è immediatamente scoperto un coach di livello, quando peraltro nei suoi piani per l’immediato post-ritiro l’opzione di dedicarsi al ruolo di allenatore non era nemmeno contemplata. Ma visto il successo, perché no?

Ugo Humbert col coach Jeremy Chardy (foto Panunzio)

Ugo Humbert con la fidanzata Tessah Andrianjafitrimo

La curiosità è che Ugo, i cui genitori gestiscono una rinomata macelleria a Metz (di proprietà della famiglia Humbert da oltre cent’anni: fu fondata nel 1922), non ha permesso di scoprirsi una buona guida solamente a Chardy, ma anche alla fidanzata Tessah Andrianjafitrimo, anche lei tennista, che l’ha seguito nella settimana trionfale a Marsiglia. Lo schema è stato lo stesso che ha funzionato col futuro coach: anche lei era ai box per infortunio, così – approfittando dell’assenza all’Open 13 dello stesso Chardy – Humbert ha promosso a coach della settimana proprio la fidanzata, attualmente numero 487 WTA ma con trascorsi nelle prime 150.

Da subito – ha raccontato Ugo – mi ha saputo dare grande fiducia. Sono arrivato al torneo col morale un po’ giù, dopo una settimana di allenamento poco soddisfacente. Ma durante gli incontri si è rivelata una guida importante, dandomi sempre i suggerimenti giusti. Mi ha trasmesso grande positività, mi ha permesso di rilassarmi e i risultati si sono visti”.

È anche grazie a lei che in questi primi tre mesi del 2024 è settimo sia per numero di partite vinte (14) sia nella media fra vittorie e sconfitte (0.778), nonché uno dei soli tre giocatori – con Jannik Sinner e Sebastian Baez – ad aver conquistato più di un titolo ATP. Ma gli altri due, in carriera, qualche finale l’hanno persa. Lui per ora no. Con Tessah, con Chardy, con altri o da solo, batterlo quando c’è il titolo in palio pare diventato impossibile.


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