Lopez pronto a dire “hasta luego”. United Cup: solo gli Usa più forti dell’Italia. Nole alza la voce ad Adelaide: Griekspoor “rompe il ghiaccio” a Pune. Alcaraz costretto al forfait a Melbourne. Azzurri da record nel ranking. Kwon ad Adelaide: Gasquet si fa largo ad Auckland. A Melbourne il tricolore sventola poco mentre gli Stati Uniti per la prima volta dopo 18 anni portano tre giocatori nei quarti. Khachanov centra la sua seconda “semi” Slam consecutiva, Paul la prima, ma a giocarsi trofeo e trono mondiale sono Djokovic e Tsitsipas
di Tiziana Tricarico | 18 dicembre 2023
Il 1° gennaio si parte con…un ritiro! E’ tra i più “maturi” in attività ma Feliciano Lopez, classe 1981, annuncia che il 2023 sarà il suo ultimo anno da professionista. Il mancino di Toledo è famoso ben al di là dei risultati ottenuti, grazie a un carisma non comune e a un tennis d’attacco sempre più raro da trovare nel tour. Senza dimenticare l’aspetto, che ne ha fatto uno degli idoli del pubblico femminile. Con 79 partecipazioni consecutive lo spagnolo è il giocatore ad aver collezionato la striscia più lunga negli Slam, staccando Verdasco (67) e Seppi (66). Insieme a Federer, vanta anche il maggior numero di presenze nei Major (81). In 26 anni di carriera Lopez ha messo in bacheca 7 titoli ATP, raggiungendo un “best ranking” di n.12 a marzo 2015: ha incassato oltre 18 milioni di dollari in soli premi, ma si è preso anche tante soddisfazioni in doppio e con la Nazionale spagnola, con la quale ha vinto 5 Davis, l’ultima nel 2019.
UNITED CUP: L’ITALIA SI ARRENDE SOLO AGLI USA IN FINALE
Ci voleva un’autentica impresa per ribaltare i pronostici della vigilia. E l’impresa, stavolta, non c’è. Gli Stati Uniti battono 4-0 l’Italia nella finale della “United Cup”, nuovo evento a squadre miste che ha dato il via alla stagione 2023 (questa prima edizione ha messo in palio fino a 500 punti per i ranking ATP e WTA e un montepremi complessivo di 15 milioni di dollari). Alla “Ken Rosewall Arena” nell’Olympic Park Tennis Centre di Sydney, Trevisan, n.27 WTA, cede 64 62 a Pegula, n.3 del ranking. Sfortunato Musetti, n.23 ATP, costretto a lasciare via libera a Tiafoe, n.19 del ranking, ritirandosi dopo appena mezz’ora di partita e dopo aver perso il primo set per 6-2 per un problema alla spalla destra. Quindi arriva la sconfitta di Berrettini, n.16 ATP, battuto 76(4) 76(6) da Fritz, n.9 del ranking (terza sfida su tre persa contro il californiano). A punteggio acquisito Bronzetti, n.54 WTA, è sconfitta 63 62 da Keys.
NOLE, VITTORIA COL BRIVIDO AD ADELAIDE
Finisce con un ritiro l’avventura di Lorenzo Sonego nell’esordio dell’”Adelaide International I” (ATP 250 - montepremi 642.735 dollari) sui campi in cemento della città sulla costa dell’Australia Meridionale. Il 27enne torinese, n.45 ATP, è costretto al ritiro sul punteggio di 76(6) 2-1 per il russo Medvedev, n.7 del ranking e 3 del seeding, a causa di un problema muscolare al braccio. Fino a quel momento il piemontese si era reso protagonista di una prestazione eccellente, arrivando in 9 occasioni al set-point: sei chance sul 5-4 ed altre tre (consecutive) sul 6-5. Poi però Medvedev gioca un grande tie-break chiudendo per 8 punti a 6.
Inizia invece con una vittoria il 2023 di Jannik Sinner, n.15 del ranking e terzo favorito del seeding, che si sbarazza 63 62 del britannico Edmund, n.583 ATP (in gara con il “ranking protetto”) senza concedere palle-break. Con una prestazione piuttosto convincente l’altoatesino centra poi i quarti superando 76(2) 64 l’australiano Kokkinakis, n.93 ATP, in tabellone grazie ad una wild card. Anno nuovo, vita purtroppo vecchia però per il 21enne di Sesto Pusteria, che cede 75 61 allo da Sebastian Korda, n.33 del ranking. Più della sconfitta in finale, infatti, a dieci giorni dall’Aus Open preoccupa l’infortunio all’anca sinistra per cui Jannik chiede l’intervento del fisioterapista alla fine del primo set: nel secondo set, infatti, l’altoatesino rimane in campo solo per onore di firma. Resta qualche rimpianto, infortunio a parte, per i tre set point non sfruttati sul 5-4 nel primo set.
La semifinale stellare tra Djokovic e Medvedev promuove a pieni voti, alla prima finale dell’anno, il serbo, n.5 del ranking e primo favorito del seeding, autore di una prestazione maiuscola (63 64) per continuità e tenuta fisica, nonostante un lieve affaticamento muscolare alla coscia sinistra accusato nella parte finale del primo set. In finale Djokovic piega lo statunitense Sebastian Korda, n.33 ATP (76 1-0 a giapponese Nishioka, n.36 ATP) dopo oltre tre ore di partita eguagliando così i 92 titoli ATP di Nadal (solo Connors, Federer e Lendl ne hanno vinti di più). Rischia parecchio Nole, che chiude 67(8) 76(3) 64 ma solo dopo aver annullato un match-point nel dodicesimo gioco del secondo set. Per il 35enne di Belgrado è il 23esimo successo nelle ultime 24 partite giocate, il 34esimo consecutivo in Australia, il decimo in carriera ad Adelaide dove aveva già trionfato nel 2007.
GRIEKSPOOR “ROMPE IL GHIACCIO” A PUNE
All’esordio nel “Tata Open Maharashtra” (ATP 250 - 642.735 dollari di montepremi) sul cemento di Pune, in India, Flavio Cobolli sigla la seconda vittoria a livello ATP della propria carriera. Il 20enne romano (ma è nato a Firenze), n.171 del ranking, promosso dalle qualificazioni, supera 64 75 l’indiano Sasikumar, n.340 ATP ma poi cede 75 64 all’olandese Van de Zandschulp, n.35 del ranking e 2 del seeding. Un altro “tulipano”, Tallon Griekspoor, n.95 ATP, ferma 64 64 la corsa di Marco Cecchinato, n.101 del ranking, che al primo turno aveva dominato 62 62 il georgiano Basilashvili, n.91 ATP.
A giocarsi il trofeo di Pune sono Benjamin Bonzi e Griekspoor, entrambi alla loro prima sfida per il titolo in carriera. In semifinale il francese, n.60 ATP, sconfigge 76(5) 67(5) 61 van de Zandschulp: l’olandese, che non era mai andato oltre i quarti in carriera, si impone 76(4) 61 sul russo Karatsev, n.59 ATP. E dopo 21anni l’Olanda torna a festeggiare un successo ATP sul duro: non se ne erano più visti dai tempi di Schalken a Stoccolma 2001. Sorride Griekspoor che batte in rimonta Bonzi 46 75 63: grazie questa vittoria il 26enne di Haarlem sale fino al n.61 ATP, lui che vanta un record personale di n.44 firmato ad agosto 2022.
NIENTE AUS OPEN PER ALCARAZ
Un infortunio muscolare costringe Carlos a rinunciare agli Australian Open. Il 19enne di El Palmar (Murcia), n.1 del mondo, lo rende noto sui suoi profili social: “Purtroppo non sarò né al Kooyong Classic né agli Australian Open. E' un momento difficile, ma devo essere ottimista, recuperare e guardare avanti - scrive -. Ero nella fase migliore della mia pre-season ma mi sono infortunato in un movimento fortuito e forzato durante l'allenamento, questa volta al muscolo semimembranoso della gamba destra".
Continuano quindi i problemi fisici per il più giovane giocatore a chiudere una stagione in vetta dal 1973, quando è stato introdotto il ranking computerizzato. Alcaraz ha infatti saltato per un problema agli addominali, le Davis Cup Finals a Malaga e le Nitto ATP Finals 2022 a Torino, dove è andato solo per ricevere il trofeo destinato a chi chiude la stagione in prima posizione.
TANTA ITALIA NELLE “QUALI” DEGLI AUS OPEN
Sono ben 16 i rappresentati del tennis tricolore al via nelle qualificazioni degli Australian Open, primo Slam del 2023 dotato di un montepremi record (76,5 milioni di dollari australiani), sui campi in cemento di Melbourne Park: salutano già all’esordio Cecchinato (n.2), Agamenone (n.26), Marcora, Vavassori, Bonadio, Nardi (n.23), Cobolli e Maestrelli. Escono al secondo turno, Brancaccio, Mager, Zeppieri, Passaro e Pellegrino.
Al turno decisivo si presentano Arnaldi, Bellucci e Darderi (questi ultimi due impegnati in un derby tricolore) ma a centrare la qualificazione è Mattia Bellucci, che per la prima volta giocherà in un main draw Slam.
RANKING ATP: AZZURRI DA RECORD
Per la prima volta in quasi 50 anni di classifiche ATP, l’Italia ha tre tennisti tra i primi 20 del mondo, anzi tra i primi 19. Nel ranking pubblicato lunedì 9 gennaio Matteo Berrettini, tornato numero uno d’Italia, è n.14 ATP, Jannik Sinner n.16 ATP e Lorenzo Musetti n.19 ATP.
L’unica nazione a fare meglio è la Spagna con 3 giocatori nei 15: Alcaraz, n.1, Nadal n.2 e Carreno Busta 15. In passato il vecchio record dell’Italia era stato quello di avere tre giocatori nei primi 21 del mondo, evento che si è verificato per la prima volta il 4 ottobre 2021 con Berrettini (n.7 ATP), Sinner (n.14 ATP) e Sonego (n.21 ATP): e ripetuto anche dal 14 febbraio al 10 aprile 2022, sempre con gli stessi tre giocatori.
ADELAIDE II: KWON, CHE CAPOLAVORO!
Dopo i nove set point non sfruttati e il ritiro contro Medvedev, Lorenzo Sonego incassa sul cemento del Memorial Drive - sede dell’”Adelaide International II” (ATP 250 - 642.735 dollari di montepremi) - la seconda sconfitta nelle prime due partite della stagione. Il 27enne torinese, n.45 ATP, unico azzurro in tabellone, si arrende 64 62 al britannico Draper, n.42 del ranking, capace di arrivare poi fino in semifinale dove a fermarlo (76 67 63 lo score) è il sud-coreano Soonwoo Kwon, n.84 ATP. Nell’altra sfida lo spagnolo Bautista Agut, n.26 ATP e quarto favorito del seeding, si impone 76 46 64 sull’australiano Kokkinakis, n.110 del ranking (wild card), che è nato ad Adelaide e che nel 2021, proprio nel secondo dei due ATP 250 organizzati prima degli Australian Open, aveva festeggiato il primo titolo in carriera nel circuito maggiore.
Gioca il torneo della vita Kwon: il coreano, primo lucky loser a vincere un trofeo ATP dopo Marco Cecchinato a Budapest 2018 (preludio alla storica semifinale del siciliano al Roland Garros) firma il suo capolavoro.
Battuto all’ultimo turno delle qualificazioni dal ceco Machac, contro il quale si prende la rivincita all’esordio nel main draw, il 25enne di Sangju supera al secondo lo spagnolo Carreno Busta, firmando il secondo successo su un Top 20 in carriera; nei quarti il qualificato svedese Michael Ymer, in semifinale il britannico Draper e in finale l’altro spagnolo Bautista Agut, piegato 64 36 76(4) dopo aver recuperato due volte un break di svantaggio nel terzo set.
Festeggia così il secondo titolo su due finali (primo tennista del suo Paese a conquistare due trofei ATP), dopo il successo ad Astana nel 2021, grazie al quale eguaglia il “best ranking”, n.52 ATP.
AD AUCKLAND SI RIVEDE GASQUET
Dopo tre anni di assenza il circuito maschile torna sul cemento di Auckland, in Nuova Zelanda, per l’”ASB Classic” (ATP 250 - 642.735 dollari di montepremi), disputato per la prima volta nel lontano 1956. Esce al primo turno Fabio Fognini, l’unico italiano nel main draw: il 35ene di Arma di Taggia, n.57 ATP, cede 67(2) 61 63, allo statunitense Brooksby, 22 anni, n.48 ATP. Fa subito le valigie anche lo statunitense Isner, n.42 del ranking e sesto favorito del seeding, sconfitto in tre set dal francese Barrere, n.88 ATP, nonostante 28 ace che portano “long John” vicinissimo a quota 14mila.
Secondo turno (per lui l’esordio) fatale al norvegese Ruud, n.3 del ranking e primo favorito del seeding, eliminato al tie-break del set decisivo dal serbo Djere, n.70 ATP. Norrie continua a sognare il titolo nella sua amata Nuova Zelanda: il britannico, n.12 del ranking e 2 del seeding, si qualifica per la finale superando 63 64 Brooksby centrando il sesto successo in sei match giocati nel 2023. Fa ancora più alla svelta il veterano francese Gasquet, n.67 ATP, che ha il via libera dal connazionale Lestienne, n.65 ATP, impossibilitato a scendere in campo per uno stiramento ai pettorali. Cameron punta al quinto titolo: per Richard sarebbe il sedicesimo.
Dopo quattro anni e mezzo di digiuno Gasquet torna a vincere conquistare un trofeo: in finale batte in rimonta 46 64 64 Norrie, recuperando da 1-4 nel set decisivo. A 36 anni e 6 mesi il tennista di Beziers diventa il più anziano vincitore di un torneo che ha 66 anni di storia e che da sempre è l’ultima grande vetrina prima degli Aus Open:
"Alla mia età - racconta - è un successo davvero incredibile e speciale. Non avrei mai pensato di poter ancora vincere un titolo ATP. Se me lo avessero detto non ci avrei creduto. Avevo perso ogni speranza quando nel terzo set Norrie è stato avanti 3-0 e 40-0 con un altro vantaggio sul mio servizio. Ma aver annullato quelle quattro palle-break mi ha dato la carica. Da quel momento non ho più commesso errori".
L’ex numero 7 del mondo aveva vinto il suo ultimo titolo nel giugno del 2018 quando aveva trionfato sull’erba di ‘s-Hertogenbosch (il primo trionfo invece risale a Nottingham 2005).
FINISCE LA PARTERSHIP ITF-KOSMOS
L’ITF, la Federazione Internazionale di Tennis, annuncia l’interruzione della partnership con Kosmos avviata nel 2018 per l’organizzazione della Davis che - come si legge in un breve comunicato - "ha aumentato la partecipazione, il montepremi e l’interesse della manifestazione, e ha generato fondi per sostenere lo sviluppo globale del nostro sport". Ma non fornisce motivazioni ufficiali (economiche presumibilmente) per spiegare la decisione di riprendere il controllo della Coppa. Il gruppo di investitori Kosmos, presieduto dall’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, nel 2018 aveva raggiunto un accordo con l’ITF da 3 miliardi di dollari per 25 anni che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto portare benefici di lungo periodo per i giocatori, le nazioni, i tifosi, gli sponsor e le televisioni. In base all’accordo, la manifestazione aveva abbandonato il tradizionale format con il tabellone a eliminazione diretta e gli incontri disputati in casa di una delle due nazioni in campo, in nome di una formula vicina a quella di un Mondiale di calcio con una fase a gironi e una ad eliminazione diretta, in sede unica, con le partite al meglio dei tre set e le sfide fra nazioni decise da tre incontri e non più cinque (due singolari e un doppio)
TUTTI A MELBOURNE
Riflettori sugli Australian Open, primo Slam del 2023 dotato di un montepremi record (76,5 milioni di dollari australiani), sui campi in cemento di Melbourne Park. Nel day 1 subito fuori Lorenzo Musetti, Il 20enne di Carrara, n.19 ATP (“best ranking”) e 17esima testa di serie, perde 64 61 67(0) 26 76 (10-4), dopo una maratona di tre ore e 48 minuti, con il sudafricano Harris, n.186 ATP, in tabellone grazie al ranking protetto. Il Next Gen toscano probabilmente paga il poco allenamento causato dall’infortunio alla spalla rimediato nella finale di United Cup.
Nel day 2 sconfitta amarissima per Matteo Berrettini: il 26enne romano, n.14 ATP e 13esimo favorito del seeding, semifinalista nel 2022 (battuto in quattro set da Nadal, poi vincitore del titolo) cede 63 63 46 67(7) 76 (10-6), in 4 ore e 49 minuti, al britannico Murray, n.66 del ranking, dopo aver mancato un match-point nel decimo gioco del quinto set. Il numero uno azzurro era avanti per 3-1 nei precedenti con l’ex re del tennis mondiale (2016) ed aveva vinto proprio gli ultimi tre, il più recente al terzo turno degli Us Open 2022. Il 35enne scozzese di Dunblane, alla 15esima partecipazione, però a Melbourne vanta 5 finali (2010, 2011, 2013, 2015 e 2016). “Si vede che ama il tennis e si diverte nel giocare match come questi. Io mi aspettavo condizioni diverse, ma alla fine tutto si riassume in quel match-point mancato”, commenta Matteo.
Esce di scena - male - all’esordio anche Fabio Fognini, n.57 ATP, “asfaltato” 61 62 62 dall’australiano Kokkinakis, n.159 del ranking. Per il 35enne di Arma di Taggia si trattava della 17esima partecipazione allo Slam Down Under dove ha raggiunto quattro volte gli ottavi (2014, 2018, 2020 e 2021): forse l’ultima. “Gli esami hanno rivelato una frattura intra-articolare della falange”, spiega qualche giorno dopo Fabio su Instagram, parlando dell’esito degli accertamenti a cui si è sottoposto: “Quest’inverno ho lavorato duramente per tornare alla mia forma migliore. Purtroppo a Melbourne non sono riuscito a competere al cento per cento delle mie possibilità a causa di alcuni problemi al piede sinistro”. Finisce pure l’avventura di Mattia Bellucci: il 21enne di Busto Arsizio, n.152 del ranking, proveniente dalle qualificazioni, all’esordio nel suo primo main draw Slam è battuto 46 63 76(5) 64 dal francese Bonzi, 26enne di Nimes, n.48 ATP, finalista a Pune a inizio anno.
In un day 3 reso infinito dalla pioggia continua la maledizione azzurra del quinto set per i colori azzurri (vedi Musetti e Berrettini), anche se stavolta non si tratta di un super tie-break. Lorenzo Sonego esce di scena al secondo turno: il 27enne torinese, n.47 ATP, dopo il successo sul portoghese Borges, n.111 del ranking, cede 36 76(3) 26 63 63, dopo tre ore e 53 minuti di battaglia, al polacco Hurkacz, n.11 del ranking e 10 del seeding, gelando gli “irriducibili” del Court 3 rimasti a tifare fino all’una di notte passata da una decina di minuti. “Sonny” paga una prestazione un po’ discontinua fatta di momenti di trance agonistica e paurosi vuoti di concentrazione, con il servizio che lo molla sul più bello: alla fine per lui 5 ace contro 7 doppi falli, sei dei quali commessi tra quarto (4) e quinto (2) set. Il 25enne di Wroclaw da parte sua inizia un po’ “sonnacchioso” ma è lucidissimo nello sfruttare le occasioni offertegli dall’azzurro. Bello l’abbraccio tra i due e il sorriso di Lorenzo nonostante la sconfitta: uno sportivo vero il piemontese.
Solo Jannik Sinner arriva a sfiorare la seconda settimana. Il 21enne di Sesto Pusteria, n.16 ATP e 15esima testa di serie, lascia sei giochi al britannico Edmund, n.581 ATP, semifinalista nel 2018 e in gara grazie al ranking protetto, ribadendo il risultato dell’unico precedente disputato al primo turno la settimana precedente ad Adelaide I. Al secondo turno Jannik si ripete concedendo sette game all’argentino Etcheverry, n.79 ATP. Terzo turno che si complica contro l’ungherese Fucsovics, n.73 del ranking: il 30enne di Nyiregyhaza - che ha battuto in tre set Sinner al secondo turno proprio a Melbourne tre anni fa - va in vantaggio due set a zero poi paga il ritmo per lui troppo elevato, non sfrutta la chance di andare avanti un break anche nel terzo parziale e finisce per perdere 6-0 al quinto. Negli ottavi ritrova Tsitsipas: il greco, n.4 del ranking e 3 del seeding, prende due set di vantaggio, subisce il ritorno dell’altoatesino, ma finisce comunque per imporsi 64 64 36 46 63. E nel singolare maschile non ci sono più azzurri.
CAPITOLO STRANIERI: FORFAIT KYRGIOS
“Sono devastato”: Kyrgios annuncia così il forfait agli Australian Open, a 24 ore da quello che avrebbe dovuto essere il suo match d’esordio nel torneo contro Safiullin. “Qui l’anno scorso ho vinto il torneo in doppio, qui ho giocato il tennis migliore della mia vita - dice Nick - ora posso solo fare del mio meglio per rientrare in campo”. Una risonanza magnetica a cui si è sottoposto rivela una cisti causata da una lesione al menisco laterale del ginocchio. Kyrgios non potrà provare a confermare il titolo vinto in doppio l'anno scorso con il suo migliore amico Kokkinakis: l’australiano sarà operato in artroscopia e potrebbe rientrare nel giro di tre o quattro settimane, se non ci saranno complicazioni.
VITTORIA RECORD
A 17 anni Shang Juncheng scrive una pagina di storia personale e nazionale. Il più giovane nel tabellone di singolare maschile firma la sua prima vittoria nel circuito maggiore e la prima per un cinese a Melbourne nell’Era Open. Con un tennis aggressivo, nella sua prima sfida contro un top 100 in carriera, sconfigge 62 64 67(2) 75 il tedesco Otte, n.74 del mondo. Al secondo turno, però, va a sbattere contro Tiafoe, n.17 del rabnking e 16 del seeding.
NADAL FA ANCORA CRACK!
Non c’è lieto fine per Draper, che cede ai crampi prima che a Rafa nel 1°turno più atteso a Melbourne Park. Lo spagnolo, n.2 del ranking e primo favorito del seeding, battuto all’esordio in uno Slam solo due volte in carriera, centra la prima vittoria della stagione e chiude 75 26 64 61, evitando di aggiungersi a Tanner (1977) e Becker (1997) nella lista dei campioni in carica battuti al primo turno all'Australian Open.
Niente lacrime (ci sono però quelle della moglie) ma una faccia nera: l’uscita di scena di Rafa arriva al secondo turno. Il fuoriclasse spagnolo, 37 anni e 22 Slam in bacheca, deve lasciare via libera allo statunitense McDonald, n.65 ATP, per colpa dell’anca sinistra che gli dice no mentre prova un recupero di diritto in allungo a metà del secondo set. Il californiano ha già portato a casa il primo parziale ma il match è combattuto: dopo poco più di un’ora e mezza di gioco arriva il colpo di scena. Rafa si tocca immediatamente la gamba sinistra, vicino all’inguine: perde il game e chiama il trainer. Trattandosi di zona delicata e impossibile da massaggiare senza togliersi i calzoncini, esce dal campo e rientra ma senza fasciatura. Continua a giocare, cede pure il secondo set e affronta con il solito coraggio e la solita sportività il terzo: resiste fino al 5 pari, quando subisce il break e finisce 64 64 75 per l’americano. Nadal, che vedrà scadere i punti del trionfo a Melbourne dello scorso anno, scivolerà da n.2 a n.6 del mondo.
Ma non è questa la sola brutta notizia. “La risonanza magnetica ha rivelato una lesione di tipo due del flessore dell’anca sinistra. Il tempo normale di recupero per questo tipo di infortunio va da sei a otto settimane”, rende noto Rafa sui suoi profili social. La diagnosi evidenzia la lesione di grado 2 dell’iliopsoas, muscolo composto che agisce principalmente come flessore dell’anca.
HIGHLANDER MURRAY
Servirebbe un po’ di Andy Murray ad ognuno di noi. Servirebbe ogni volta che pensiamo di non farcela o di abbandonare una sfida perché non ci sentiamo all’altezza. Non pago dell’impresa all’esordio contro Berrettini, l’ex numero uno del mondo in 5 ore e 45 minuti, alle quattro di notte locali, completa l’undicesima rimonta da due set sotto in carriera e batte 46 67(4) 76(5) 63 75 Kokkinakis, che era anche avanti 5-2 nel terzo set. L’australiano perde una partita - che per soli dieci minuti non batte la durata della finale 2012 tra Nole e Rafa - in cui hai fatto tutto benissimo (37 ace e 102 vincenti) ma che ha avuto paura di vincere.
Ma anche Andy è “mortale”. Dopo essere rimasto in campo 14 ore in tre partite, esce dalla “Margaret Court Arena” accompagnato da una super meritata standing ovation. Ha annullato un match-point a Berrettini, ha rimontato due set e 5-2 al terzo di svantaggio a Kokkinakis ma è costretto a cedere a Bautista Agut, n.25 del ranking e 24 del seeding. Lo spagnolo si impone 61 67(7) 63 64 ed elimina Murray per la seconda volta agli Australian Open: era già accaduto nel 2019, dopo un’altra maratona, quando si era temuto che fosse la partita di addio dello scozzese, prima dell’operazione all’anca.
SORPRESE, SORPRESE, SORPRESE
Il secondo turno è invece fatale al norvegese Casper Ruud: il n.3 del ranking e 2 del seeding cede 63 75 67(4) 62 allo statunitense Brooksby. Per il 22enne di Sacramento, n.39 ATP, è la vittoria più prestigiosa in carriera. E per la prima volta dal 2002 gli Australia Open non hanno le prime due teste di serie in gara al terzo turno: all’epoca Hewitt (n.1) fu sconfitto all’esordio dallo spagnolo Martin mentre il brasiliano Kuerten (n.2) fu superato sempre al primo turno dal francese Boutter.
C’è gloria anche per la wild card di casa Popyrin, n.113 ATP, che elimina 67(4) 76(2) 64 67(6) 62 dopo oltre quattro ore di lotta lo statunitense Fritz, n.9 del ranking ed 8 del seeding. Sorride invece l’altro americano Mmoh, n.107 ATP, ripescato in tabellone come lucky loser, che batte in quattro set Zverev, n.13 ATP e dodicesima testa di serie, inevitabilmente meno continuo rispetto al suo standard ottimale dopo il lungo stop per l’infortunio alla caviglia destra rimediato in semifinale a Parigi 2022, eliminato prima del terzo turno in un Major per la prima volta dal suo esordio agli Australian Open 2016.
8 YANKEE AL TERZO TURNO
A Melbourne non se ne vedevano tanti da un pezzo. Uno di loro di sicuro non è una sorpresa. Che Sebastian Korda, n.31 ATP, avesse il tennis per diventare un grande giocatore non era un mistero. Ma il 76(7) 63 76(4) rifilato al terzo turno al russo Medvedev, finalista nelle ultime due edizioni, dominando la scena anche più di quanto dica il punteggio prova qualcos’altro: il 22enne “figlio d’arte” ha aggiunto varietà a un tennis completo, a un’intelligenza brillante e a una…faccia da poker!
Non contento negli ottavi Korda piega 36 62 62 16 76(7) il polacco Hurkacz, n.11 del ranking e 10 del seeding, e per la prima volta raggiunge i quarti in uno Slam. Poi però deve arrendersi ad un infortunio al polso a metà del terzo set (76 63 3-0 lo score) nel match dei quarti contro il russo Khachanov, n.20 del ranking e 18 del seeding, che in appena 58 minuti aveva completato uno strano ottavo di finale mai davvero iniziato contro il giapponese Nishioka, n.33 ATP, concluso 60 60 76(4).
Ben Shelton, quarto giocatore negli ultimi vent’anni a raggiungere i quarti nei suoi primi Australian Open - 20enne, anche lui “figlio d’arte”, non aveva mai messo piede fuori dagli Stati Uniti - nel suo primo ottavo Major, grazie a 64 vincenti, si impone 67(5) 62 67(4) 76(4) 62 nel derby con J.J.Wolf, n.67 ATP. Di questi tempi nel 2022 era n.569: ora è n.89 e grazie all’exploit australiano entrerà in top 50. Shelton, tanto sorridente e quasi tenero quando incontra i koala allo zoo, si rivela ferocemente competitivo, ma contro il connazionale Tommy Paul - terzo statunitense nei quarti a Melbourne (non se ne vedevano così tanti tra i migliori otto di uno Slam dagli Us Open 2005) - non basta. Paul, n.35 ATP, che ha festeggiato il suo primo quarto Slam grazie al successo in quattro set su Bautista Agut, vince 76(6) 63 57 64 e continua a sognare.
NESSUN DOLORE…
Parola di Novak Djokovic che raggiunge per la tredicesima volta i quarti a Melbourne dopo aver lasciato cinque game all’australiano De Minaur, n.24 ATP e 22esima testa di serie. E che dice di non sentire più nessun dolore. Se ne accorge anche il russo Rublev, n.6 del ranking e 5 del seeding, che dopo aver superato al super tie-break del quinto set il danese Rune, n.10 del ranking e 9 del seeding (con tanto di match-point -2 - annullati), di giochi a Nole nei quarti ne strappa soltanto due in più, uscendo sconfitto 61 62 64 in poco più di due ore.
Un tabellone accomodato da una buona stella che meglio è impossibile e l’obiettivo voluto ad ogni costo rendono l’ex numero uno del mondo ancora più letale per i suoi avversari. E quando Nole è in fiducia non si batte.
STEFANOS CI CREDE
Tsistipas raggiunge la quarta semifinale a Melbourne negli ultimi cinque anni battendo 63 76(2) 64 il ceco Jiri Lehecka, n.71 ATP. Il greco era già approdato al penultimo atto nel 2019 (quando negli ottavi aveva fatto fuori il campione in carica Federer), stoppato da Nadal, e poi nel 2021 e nel 2022, battuto sempre da Medvedev. Per Stefanos complessivamente è la sesta semifinale Slam (oltre alle 4 in Australia ce ne sono 2 a Parigi) e la nona partita vinta su nove disputate nel 2023. A contendergli il posto in finale c’è il russo Karen Khachanov: il bilancio parla chiaro con il 24enne di Atene che ha vinti tutti i cinque precedenti. La partita contro il 26enne moscovita, n.20 del ranking e 18 del seeding, alla sua seconda semifinale Major consecutiva (e in carriera) ha meno storia di quel che dicono punteggio e durata. Tsitsipas s’impone 76(2) 64 67(3) 63 ma potrebbe chiuderla anche molto prima visto che nel terzo set prima spreca un break di vantaggio (5-3) e poi manca due match-point consecutivi nel tie-break, merito anche di un paio di drittoni sulle righe del russo.
In finale Stefanos può provare il “colpaccio”: conquistare il primo trofeo Major e lo scettro mondiale. “Lo sogno da quanto sono piccolo, da quando ho visto Marcos Baghdatis arrivare in finale qui - ammette il greco -. Da allora lavoro duro per questo obiettivo e adesso è lì, a portata di mano…”. Il problema è che dall’altra parte della rete c’è Djokovic, alla 33esima finale Slam in carriera mentre per Tsitsipas è appena la seconda.
DECIMA FINALE PER NOVAK
Annusa il traguardo Djokovic, e fermarlo è impossibile. In semifinale lo statunitense Tommy Paul, n.35 ATP, approdato per la prima volta al penultimo atto in uno Slam, ci prova per un set: poi finisce per cedere 75 61 62. In tribuna ad assistere alla sfida contro il 25enne di Voorhees non c’è papà Srdjan (“pizzicato” ad intrattenersi con un gruppo di fan pro Putin), e questo forse è un bene per il serbo.
Con un’altra prestazione dominante nell’edizione 20223 del Major Down Under, Nole, n.5 del ranking e 4 del seeding, mette a referto l’ennesima vittoria per aggiornare i suoi numeri da record: 27esimo successo consecutivo agli Australian Open, 40esima vittoria di fila in tornei australiani (ATP Cup compresa) ma soprattutto decima semifinale vinta sulle dieci disputate a Melbourne Park. Come se non bastasse, si tratta del 16esimo match consecutivo vinto dal 35enne di Belgrado, che negli ultimi trenta ha perso solo da Rune nella finale del Masters 1000 di Parigi a novembre.
DJOKOVIC SI PRENDE TUTTO
Novak conquista il decimo Australian Open su dieci finali dominando Tsitsipas, raggiunge i 22 titoli Slam di Nadal e torna in vetta al ranking ATP, per la sua 374esima settimana da number one. Con la testa e con il cuore, che si tocca con la mano dopo il match-point, il serbo trionfa di nuovo a Melbourne e si emoziona: piange di gioia e di sollievo dopo il 63 76(4) 76(5) rifilato a Stefanos, sconfitto per la seconda volta su due in una finale Major. Nole diventa il terzo campione più anziano Down Under nell’Era Open dopo Rosewall e Federer. Mentre Tsitsipas rimane uno dei sette tennisti in attività che hanno giocato almeno una finale Slam ma senza aver vinto il trofeo
La finale. Il break per Nole arriva già nel quarto game: il doppio fallo di Tsitsipas è un segno di resa. Nella seconda frazione il greco manca un set-point nel decimo gioco sull’unica palla-break concessa dal serbo nel parziale. Decide il tie-break con Djokovic che sale 4-1, si fa riagganciare sul 4-4 ma poi chiude per 7 a 4. Stefanos centra il break in avvio di terzo set (il primo - che sarà anche - l’unico subìto dal serbo nel match) ma lo restituisce immediatamente. Ed è ancora il tie-break a decidere: Djokovic schizza avanti 5-0, poi 6-3 e infine chiude per 7 a 5.
“Osate sognare”, dice un Djokovic in versione predicatore rivolgendosi ai giovani durante la cerimonia di premiazione con parole che accomunano Serbia e Grecia: “Due nazioni relativamente piccole, senza una vera tradizione tennistica: non abbiamo tanti campioni a cui ispirarci, che abbiano raggiunto la vetta del nostro sport. Penso che possiamo dare un messaggio a chiunque nel mondo ci stia guardando, a tutti i giovani che sognano un giorno di essere qui dove ora siamo io e Stefanos. Sognate in grande". E' un invito al viaggio quello di Djokovic, che definisce il successo a Melbourne come il più grande della sua carriera: “Non importa da dove venite. Più difficoltà incontrate nella vita, più sfide superate, più tutto questo vi renderà forti. Non permettete a nessuno di togliervi quel sogno. Se anche ci fosse una sola persona nel mondo che vi accetterà, che abbraccerà e sosterrà i vostri sogni, trovatela e sognate in grande. Perché potete farcela".