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L'Asia e l'Oceania sono i due continenti in cui per i tennisti italiani è più difficile conquistare titoli Atp. Sinner, Cobolli e Musetti pronti all'assalto finale di Pechino.
di Luca Marianantoni | 28 settembre 2024
Jannik Sinner, Flavio Cobolli (già ai quarti, l'altoatesino avrà Lehecka, il toscano invece Medvedev) e Lorenzo Musetti (sfida Bu agli ottavi) vanno all'assalto di Pechino, torneo che ha in Jannik Sinner il defending champion ma che tradizionalmente nel passato non ha portato grandi fortune ai tennisti italiani. Prima di Sinner l'unico che aveva raggiunto la finale era stato Renzo Furlan nel lontano 1995. In quella terza edizione del torneo (nato nel 1993), il veneto perse in finale contro Michael Chang, il quale colse il suo terzo titolo consecutivo superando Furlan per 75 63.
Il continente asiatico è insieme all'Oceania quello in cui gli azzurri hanno fatto più fatica a vincere tornei. I 96 titoli vinti dell'Era Open dagli azzurri sono stati ottenuti 69 volte in Europa, 16 volte in America, 5 volte in Africa, 3 volte a testa in Oceania e Asia.
In Asia abbiamo vinto la prima volta il 29 ottobre 1978 quando Adriano Panatta superò 63 63 lo statunitense Pat Dupre nella finale dell'Open del Giappone a Tokyo (terra battuta con 125.000 $ di montepremi) e poi, prima di Sinner, soltanto il 17 ottobre 1993 con Stefano Pescosolido che vinse il torneo di Tel Aviv in Israele superando l'idolo locale Amos Mansdorf per 76 75 (200.000 $ di montepremi sul cemento rigorosamente all'aperto).
Nella storia del torneo di Pechino, soltanto due tennisti sono riusciti a vincere il torneo per almeno due anni di fila: Michael Chang come detto campione nelle prime tre edizioni (1993-1995) e Novak Djokovic (2009-2010 e poi 4 successi di fila 2012-2015).