#TBT Slam: emozioni targate Australian Open

In un "Throwback Thursday" da social media, un salto indietro alle emozioni dell'ultimo Australian Open, in 10 scatti raccolti durante le due settimane di Melbourne Park dai migliori fotografi del mondo del tennis. Fra rabbia e felicità, preoccupazione e fatica, ambizioni, luci e colori.

Un torneo magico, dai colori magici. Come quelli regalati dal tramonto che ha fatto da sfondo alla finale femminile.

L'uomo di gomma? Esiste. È serbo, ha 32 anni e ha vinto l'Australian Open sette volte, più di chiunque altro.

Petra... a metà. Come il suo Australian Open, perfetto fino alla finale con 13 set vinti di fila, ma incompleto.

Vola Stefanos, vola. I puristi del gioco hanno trovato il loro Federer del futuro. Che proprio a Melbourne ha battuto Roger per la prima volta.

Lancio di racchetta? Troppo mainstream. Pablo Carreno Busta è passato direttamente al borsone, dopo aver perso la testa per la sconfitta contro Nishikori, figlia secondo lui di un clamoroso torto arbitrale.

Occhi sulla palla, sempre. È il mantra di ogni buon maestro. E c'è da fidarsi: se lo fa anche Federer...

Delusione, ma soprattutto tanta preoccupazione per il suo futuro. La si leggeva negli occhi di Andy Murray, che di lì a poco avrebbe annunciato in lacrime una sorta di addio. Per fortuna il futuro ha raccontato una storia diversa.

Il Daphne Akhurst Trophy, o più semplicemente "Daphne", come simpaticamente definito da Naomi Osaka, l'ultima a metterlo in bacheca.

Un rovescio destinato (si spera) a farci sognare. È quello di Lorenzo Musetti, vincitore dell'Australian Open juniores.

Lo Slam più caldo dell'anno significa anche più fatica e più sudore, due degli ingredienti principali del successo di un campione come Rafael Nadal.