10 cose da sapere sugli Us Open

Si avvicina lo Us Open, ultimo Slam della stagione. Un torneo che ha fuso tradizione e innovazione, sposando per primo tante novità, siglando record su record nell'affluenza e mettendo ogni anno sul piatto un prize money sempre più importante, fino ai 57,24 milioni di dollari del 2019. Tutto quello che c'è da sapere.

Lo Us Open è il torneo più ricco del calendario tennistico. Nell’edizione 2019 il prize money complessivo sarà di 57,24 milioni di dollari. Al vincitore ne andranno 3.850.000, l’equivalente di circa 3 milioni e 300 mila euro. Cifre da capogiro, a maggior ragione se si considera che il montepremi della prima edizione “Open” era di 26.150 dollari.

La prima edizione dello Us Open si è giocata nell’agosto del 1881 sui campi in erba del Newport Casino, oggi sede dell’International Tennis Hall of Fame e del torneo ATP 250 del Rhode Island. Vinse Richard Sears, campione per sette anni consecutivi. Da allora lo Us Open ha cambiato tre superfici, passando alla terra verde nel triennio 1975-1977 e poi al cemento, dal 1978 in avanti.

Il giocatore ad aver disputato più incontri allo Us Open è Jimmy Connors, in campo per ben 115 partite, 98 delle quali vinte. Dietro di lui Chris Evert, ferma a quota 113 ma unica capace di superare il traguardo delle centro vittorie (101).

Lo Us Open 2019 scatterà lunedì 19 agosto con le qualificazioni: due tabelloni (uno maschile, l’altro femminile) da 128 atleti, con in palio 16 posti per il main draw. Da quest’anno, a Flushing Meadows, le qualificazioni dureranno un giorno in più, cinque invece dei quattro del passato.

Per anni lo Us Open è stato il torneo col maggior numero di spettatori al mondo, siglando il record di 732.663 paganti complessivi nel 2018. L’ultimo Australian Open ha battuto il primato, ma nella Grande Mela hanno tutte le intenzioni di riprendersi lo scettro.

Insieme a Chris Evert, Serena Williams detiene il record per il maggior numero di titoli allo Us Open nell’Era Open, sei. Dal primo, nel 1999, all’ultimo, nel 2014, sono passati ben quindici anni. Nel maschile, invece, il record nell’Era Open è di cinque titoli, condiviso fra Roger Federer (consecutivi), Pete Sampras e Jimmy Connors.

Nella storia dello Us Open maschile sono solo tre i giocatori non compresi fra le teste di serie capaci di conquistare il titolo, uno solo nell’Era Open. Oltre a Malcolm Anderson (1957) e Fred Stolle (1966) ce l’ha fatta Andre Agassi, campione nel 1994. Va però sottolineato che al tempo le teste di serie erano 16 e non 32 come oggi, e Agassi era numero 20 del ranking ATP. Grazie anche a quel titolo, qualche mese dopo il Kid di Las Vegas sarebbe salito per la prima volta in testa alla classifica.

Lo Us Open è stato il primo torneo del Grande Slam a uniformare i prize money, garantendo le stesse entrate a uomini e donne. Una posizione inizialmente controcorrente, merito delle campagne per la parità dei sessi promosse da Billie Jean King, e che oggi è invece adottata da tutti i Major.

All’interno del Billie Jean King National Tennis Center si trova l’Arthur Ashe Stadium, l’impianto permanente di tennis più grande al mondo. Inaugurato nel 1997, lo stadio può accogliere un totale di 23.771 spettatori. È intitolato ad Arthur Ashe, vincitore della prima edizione Open, nel 1968.

Lo Us Open è da sempre lo Slam delle novità. Fu il primo Major ad adottare il tie-break sul 6-6 di ogni set, e per anni è rimasto l’unico col tie-break al quinto set, prima delle recenti modifiche attuate da Australian Open e Wimbledon. Nel 2006 è stato il primo Slam a introdurre l’Hawk-Eye, mentre nel 2018 ha proposto per la prima volta lo shot clock, strumento atto a far rispettare i 25 secondi fra un punto e l’altro.