Seppi centra i quarti a New York. Si ferma Lorenzi
12 febbraio 2020Nel secondo turno sul cemento indoor di Long Island il 35enne altoatesino supera in due set lo statunitense Johnson, mentre il 38enne senese cede al Next Gen serbo Kecmanovic
Kecmanovic ha iniziato a giocare a tennis nella sua Belgrado, ma tennisticamente si può considerare un prodotto della IMG Academy di Bradenton. Si è trasferito in Florida a 12 anni, e si allena lì ancora oggi.
Il tennista serbo è stato numero uno della classifica mondiale juniores a 17 anni, raggiungendo anche la finale allo Us Open under 18, nel 2016. Fu sconfitto da Felix Auger-Aliassime.
Il suo primo grande risultato nel circuito ATP sono stati i quarti di finale al Masters 1000 di Indian Wells, nel 2019. Entrato come lucky loser, ha battuto Marterer, Djere e Nishioka, prima di arrendersi a Milos Raonic.
Tennista per… noia? È quanto racconta la storia di Miomir Kecmanovic, il giovane serbo più accreditato a raccogliere la pesantissima eredità di mister Novak Djokovic. Già, perché il ventenne di Belgrado ha preso per la prima volta la racchetta in mano a sei anni, durante una vacanza in montagna con la famiglia. Non sapeva che fare, così i nonni l’hanno portato su un campo da tennis e da allora non ci è più uscito, iniziando a vincere e gettando in patria le basi per il futuro trasferimento alla IMG Academy di Bradenton.
È lì, nella mitica accademia del “guru” Nick Bollettieri, che il giovane serbo ha trascorso gli anni più importanti della formazione, costruendo quel tennis che a 17 anni gli avrebbe permesso di salire al comando della classifica mondiale juniores. Da lì ai piani alti della classifica ATP il passo è stato relativamente breve, con un paio di titoli Challenger fra 2017 e 2018 prima della crescita repentina del 2019. Prima i quarti a Indian Wells, poi le prime vittorie Slam, la finale ad Antalya e una decina di successi sul suo amato cemento americano, che l’hanno portato fra i primi 50 del mondo.
Il bello viene adesso, perché il suo tennis è attrezzato per portarlo ancora più su, ma a certi livelli vincere è più complicato e il peso di doversi spesso confrontare con uno come Djokovic non dev’essere per niente facile. “Poter contare sul suo appoggio è un privilegio”, ha detto lui, che sogna di poterne almeno in parte ripercorrere le orme. L’ambizione più grande? Un titolo a Wimbledon, proprio come sognava da bambino il suo più illustre connazionale, che poi all’All England Club ha trionfato ben cinque volte.