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Madrid, Nadal: "Se non vado a Parigi non è la fine del mondo"

Il maiorchino, nel corso di una conferenza stampa, rivela come questa sarà la sua ultima partecipazione a Madrid e sul Roland Garros dice: "Se potrò giocare, giocherò. Ma non sarà la fine della mia carriera"

24 aprile 2024

Rafa Nadal (Getty Images)

Rafa Nadal (Getty Images)

Anche stavolta ha atteso fino all'ultimo, ma Rafa Nadal sarà in campo per quello che con molta probabilità sarà il suo ultimo Mutua Madrid Open. Atterrato in anticipo nella capitale spagnola dove ha trionfato cinque volte in carriera, il maiorchino nella mattina di mercoledì ha sostenuto un'altra sessione di allenamento opposto a Jiri Lehecka: ritmo sempre più sostenuto, cautela nell'ascolto delle sensazioni che il suo fisico andava inviandogli, volontà di non forzare oltre modo nell'esecuzione di movimenti che potrebbero innescare pericolose ricadute tali da sfociare in un "infortunio che potrebbe essere l'ultimo", come disse lui stesso nei giorni di vigilia a Barcellona.


Atteso all'esordio giovedì, nella sessione diurna contro l'americano Darwin Blanch sul Manolo Santana, Rafa ha confidato "che il mio servizio va meglio rispetto a Barcellona. Scenderò in campo e darò quel che potrò. Se le cose dovessero migliorare nelle prossime settimane non rinuncerò a nulla. Per domani mi sento pronto, vedremo quel che succederà".

Rafa Nadal (Getty Images)

Rafa Nadal (Getty Images)

In generale, Nadal ha confermato di non "credere di poter giocare al 100%, però è importante poterlo fare per un'ultima volta a Madrid, significa molto per me poter scendere di nuovo su un campo che mi ha regalato tanti bei momenti". Non quanti gliene abbia regalati il Philippe Chatrier di Parigi, Centrale del Roland Garros sulla cui presenza Rafa ha preferito non sbilanciarsi: "Se dovessi arrivare a Parigi nelle condizioni in cui sono oggi non giocherei. Giocherò il Roland Garros solo se dovessi sentirmi competitivo. Se posso giocare, gioco, altrimenti no. Non sarebbe la fine del mondo né della mia carriera. Ho ancora obiettivi dopo il Roland Garros, come le Olimpiadi". 

Sono ventuno gli anni d'età che lo dividono dal suo prossimo rivale, "un giocatore giovane dal grande potenziale, per certi versi un'incognita". Sul suo cammino nel torneo, Nadal è però apparso molto lucido: "Non è stata una settimana perfetta, è difficile dire quanto sia pronto, se riuscirò a giocare con molte o poche limitazioni. Ma non voglio ingannare nessuno e so bene quel che mi aspetta nelle prossime tre settimane e farò tutto quel che devo fare per poter giocare a Parigi".

Se a Indian Wells, dove poi non scese in campo, l'obiettivo era quello di "terminare integro il torneo", a Madrid la speranza è la stessa: "terminarlo vivo fisicamente". "Nello sport le cose possono cambiare molto velocemente - ha ancora riflettuto il vincitore di 22 Slam in carriera - e se sono qui è perché voglio provare a farle girare. Non avrei potuto provarci restando a casa. Sono qui per darmi un'opportunità e farmi trovare pronto se dovesse arrivare questa svolta". 

"Sono una persona competitiva, abituata a dare il massimo. E anche se vedermi giocare è una cosa bella dal punto di vista delle emozioni, interiormente si vivono tanti momenti diversi. A Barcellona mi sono voluto dare una chance ma non è stato bello uscire dal campo dopo quel secondo set - ha chiosato il maiorchino, atterrato a Madrid con la moglie e il suo primogenito - Quel che mi ha reso felice durante la mia carriera è stato spingermi al massimo per raggiungere i miei obiettivi. Vincere o perdere fa parte della nostra vita e nella mia carriera sono state davvero poche le volte in cui sono tornato a casa sapendo di non aver dato tutto il possibile. Ora è un momento diverso della mia carriera e faccio quel che crediamo si debba fare per vedere se c'é un modo per continuare a guardare avanti e io voglio provare a fare tutto quel che posso". 

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