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Rafa: “Non era oggi che dovevo dare tutto…. Parigi? Sarà quello che Dio vuole”

Nella conferenza stampa dopo la sconfitta al secondo turno di Barcellona contro l’”aussie” De Minaur, lo spagnolo ha lasciato intendere - per l’ennesima volta questa settimana - che questo “Godó” è stato l’ultimo

17 aprile 2024

Rafael Nadal in conferenza stampa (foto Getty Images)

“Non sai mai cosa ti riserva il futuro e alla fine la vita probabilmente ti mostra il percorso e le decisioni da prendere. La mia strada è oramai tracciata molto chiaramente e sì, ho giocato questo torneo come se fosse l'ultimo Godó - ha confermato Nadal -. Ma le mie sensazioni sono state buone, in linea con quello che cercavo. In alcuni momenti ho giocato ad un livello abbastanza buono e ho già detto che oggi l’importante purtroppo non era vincere ma uscire sani dal torneo. È successo. Ovviamente è difficile giocare quando sai che non sarai in grado di competere per l’intera partita, ma così stanno le cose oggi: tra qualche settimana potrebbe essere diverso. Dopo tutto quello che ho passato negli ultimi mesi, ora non è il momento di cercare atti eroici. Devo essere realista e fare le cose con prudenza e logica. La realtà è che una volta perso il primo set, la partita è finita”.

“L'importante era poter giocare e ho giocato - ha ribadito Rafa -. L’importante era non correre rischi, anche se questo va contro la mia filosofia e il mio modo di intendere lo sport e di praticarlo. Oggi è quello che è. L’importante per me è accumulare giorni di allenamenti e partite e fare le cose come posso e riuscire a sentirmi più a mio agio. Oggi mi sono sentito un po’ più a mio agio rispetto ai giorni scorsi visto che ho aumentato la velocità. Bisogna fare con quel che si ha e spingere quando è possibile farlo: non posso pretendere di passare dal non aver giocato per tre mesi a farlo qui normalmente per due ore. Questo non può succedere, bisogna essere realistici. Non posso permettermi di giocare un match di due ore e mezza o tre ore a livello alto. Certo, mi sarebbe piaciuto poter combattere fino in fondo ma per me è stato molto bello poter giocare: una settimana fa pensavo che non fosse possibile. A livello personale direi che ne esco più forte”.

Rafa Nadal firma autografi (foto Getty Images)

E’ la legge della vita e dello sport ed il 37enne mancino di Manacor ne è cosciente: “La cosa normale è che è stata la mia ultima partita qui a Barcellona. Sapete quanto è stato importante per me questo torneo: ha una grande tradizione e da qui sono passati i migliori giocatori della storia. Inoltre, si gioca in un club di tennis che ha vita quotidiana e lo rende diverso dalla stragrande maggioranza. Mi sono divertito moltissimo e ho vissuto momenti molto belli. Tutte le edizioni, o la stragrande maggioranza, sono state positive e ho vinto 12 volte, una cosa inimmaginabile. Continuerò il mio percorso e alla fine questo è il tennis, lo sport, le generazioni passano e altre ne arriveranno. Nessun giocatore è più importante dei tornei storici. Penso di aver avuto la fortuna di scrivere una bella storia in questo torneo, qualcosa che non era mai stato fatto prima. Ho la tranquillità di aver sempre dato tutto. Sono consapevole che tutto ha un inizio e una fine, non è un dramma”.

Nadal però già pensa a quello che lo aspetta nell’immediato: “Vediamo cosa succede adesso. Oggi non era il giorno in cui dovevo dare tutto se voglio provarci ancora nelle prossime settimane. A Madrid mi regolerò a seconda di come mi sentirò: se riuscirò ad accumulare una settimana di allenamento con giocatori di alto livello e se il mio corpo risponde, potrò fare un passo avanti. Ma in quattro mesi ho giocato due match più l’esibizione a Las Vegas …. Devo giocare di più e a Parigi lascio che sia quello che Dio vuole”.

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